Anno: XXV - Numero 52    
Giovedì 28 Marzo 2024 ore 15:40
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Professione progettista sociale, arriva la norma in Italia e Ue

Obiettivo, inquadrare i requisiti della figura del progettista sociale fino ad oggi non disciplinata

Professione progettista sociale, arriva la norma in Italia e Ue

È la prima norma in Italia e in Europa sulla progettazione sociale e definisce i requisiti base che deve possedere il progettista sociale, figura chiave in ogni realtà non profit, fino ad oggi non regolamentata. La noma tecnica Uni 11746 arriva dopo sei anni di studio in coordinamento con l’Ente Italiano di Normazione, e una lunga fase di confronto tra le parti interessate. Dall’associazione che si occupa di accogliere le persone con disabilità a quella impegnata nella sensibilizzazione ambientale, il progettista sociale è una figura chiave, “un operatore specializzato che sviluppa e concorre alla realizzazione di progetti sociali, assumendosene la responsabilità di processo: ideazione, pianificazione, redazione, gestione, controllo e monitoraggio, valutazione di risultato e di impatto, rendicontazione”.  Secondo i dati del Censimento del Non Profit del 2011 e dell’ultima rilevazione Istat che conta 336mila organizzazioni non profit attive in Italia, si calcola che vi siano circa 16mila soggetti che esercitano in modo esclusivo o prevalente tale professione. Eppure quella del progettista sociale è una funzione ancora largamente sommersa: sono migliaia gli esperti e operatori della progettazione sociale che, a diverso titolo, si spendono nelle organizzazioni del terzo settore, dell’amministrazione pubblica e dell’impresa, spesso lavorando in una condizione di anonimato professionale.La norma Uni 11746, oltre a definire i processi e le attività che caratterizzano la progettazione sociale, identifica le competenze richieste e i requisiti formativi e di apprendimento minimi per accedere alla professione del progettista sociale. Le conoscenze e le abilità richieste al progettista sociale attraversano diversi campi di specializzazione sociale, economica e gestionale: dalle tecniche di reportistica sociale alla conoscenza della normativa di riferimento, dai metodi di lavoro di rete a elementi di diritto amministrativo, dalle metodologie di project management alle tecniche di pianificazione finanziaria. Tra i requisiti di accesso sono indicati: laurea triennale a indirizzo sociale, accompagnata da un’esperienza triennale in attività di elaborazione e presentazione di progetti e da un’esperienza biennale di coordinamento e gestione progettuale. Questi requisiti formativi possono essere, in assenza di una formazione universitaria, sostituiti da un’esperienza più lunga in ambito di elaborazione, coordinamento e gestione progettuale. “Attraverso la progettazione sociale – spiega Antonio Finazzi Agrò, presidente di Apis (Associazione Italiana Progettisti Sociali) – vengono perseguiti obiettivi di rango costituzionale, come la tutela dei diritti e il raggiungimento della pari dignità sociale tra i cittadini, e passa la maggior quota di servizi ed interventi di welfare anche in termini di risorse economiche assegnate e gestite. Un miglioramento delle pratiche di progettazione sociale, e questa norma tecnica vuole esserne un classico esempio, coinvolge non solo gli enti e i professionisti che se ne occupano, ma i cittadini che beneficiano del welfare sia pubblico che privato”. Per Claudia Fiaschi, portavoce Forum Nazionale del Terzo Settore, si tratta di una figura “trasversale e fondamentale nel nostro mondo per le molteplici attività che svolge, dall’ideazione del progetto, alla sua organizzazione fino al monitoraggio e gestione. Con questa norma viene finalmente riconosciuto e definito il grande valore della progettazione sociale in Italia anche in virtù della sua rilevanza pubblica”. Al tema è dedicato il convegno di oggi presso l’Università degli Studi Roma Tre “La progettazione sociale in Italia. La funzione del Progettista sociale dopo la pubblicazione della prima Norma tecnica”, organizzato dall’Associazione Italiana Progettisti Sociali, Forum Nazionale del Terzo Settore e Pmi Central Italy Chapter.

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