Potenziare l’attività ispettiva per evitare uso fraudolento della Cig
Molte aziende hanno messo i propri dipendenti in cassa integrazione chiedendo agli stessi di continuare a prestare l'attività lavorativa a tempo pieno
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Alcune testimonianze sono state fornite nel corso della puntata di “Mi manda Rai 3” dell’8 settembre 2020 e commentate da Pasquale Staropoli, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. “Siamo nel patologico, a prescindere dalla norma qui c’è una frode che va perseguita”, ha esordito Staropoli, commentando il servizio mandato in onda nel corso della puntata e chiarendo che in questo frangente storico il problema è acuito dai numeri: in poche settimane si è avuto un ricorso agli ammortizzatori sociali con numeri che normalmente non si registravano da anni. A spianare ancor di più la strada a tali fenomeni anche il fatto che la richiesta degli ammortizzatori sociali in fase di emergenza Covid-19 non richiedeva di giustificare la ragione per la quale si faceva accesso a strumenti di sostegno al reddito. Fondamentale, dunque, poter intercettare tali situazioni grazie all’attività ispettiva che va “potenziata sia dal punto di vista delle risorse umane e soprattutto di quelle economiche”. Ai lavoratori in cassa integrazione che subiscono il “ricatto” della perdita del posto di lavoro in caso di rifiuto a prestare la propria attività, Staropoli ha infine consigliato di rivolgersi a professionisti seri e agli uffici preposti dell’Ispettorato del Lavoro per far valere i propri diritti. Nonostante sia complicato potersi immedesimare nelle realtà di queste persone “non ci può essere altra scelta se non quella di denunciare un reato”, ha infine concluso.
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