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Giovedì 2 Maggio 2024 ore 13:00
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Pensioni, lavoro, ristori e sussidi nell’agenda Draghi

Le priorità secondo Draghi da tradurre in programma di Governo: ammortizzatori e sussidi, lavoro e giovani, fisco e pensioni, riforme e Recovery Plan.

Pensioni, lavoro, ristori e sussidi nell’agenda Draghi

Il secondo giro di consultazioni vede le forze politiche e il presidente del Consiglio incaricato discutere del programma di Governo: ci sono una serie di indicazioni sui temi sul tavolo che arrivano dagli stessi partiti, e riflessioni basate sulle tradizionali posizioni di Mario Draghi su temi fondamentali come lavoro, investimenti, pensioni. Vediamo in che modo si sta sviluppando il dibattito sul programma al centro della futura azione del governo.

La priorità, inutile sottolinearlo, è la gestione dell’emergenza Covid. Sul fronte economico, uno dei primi appuntamenti del nuovo Governo sarà il decreto Ristori 5, molto atteso da imprese e professionisti perché conterrà nuovi contributi alle attività danneggiate dal Coronavirus. Ci si può attendere continuità con le scelte che stava facendo il Governo Conte, anche in considerazione del fatto che le forze della ormai quasi ex maggioranza faranno interamente parte del prossimo esecutivo. E in ogni caso, il sostegno alle attività produttive e al lavoro durante l’emergenza è in linea con il pensiero espresso più volte da Draghi, ad esempio nel famoso articolo sul Financial Times del marzo 2020.

In marzo, c’è un’altra scadenza intorno a cui si concentra il dibattito, ovvero lo stop al divieto di licenziamenti. E qui si entra forse più nel vivo del programma su due temi centrali: il lavoro e gli ammortizzatori sociali. Fornire un reddito di base a tutti coloro che hanno perso il posto, tutelare i lavoratori, proteggere la capacità produttiva con liquidità immediata sono le priorità che aveva indicato, sempre Draghi, nel marzo scorso nell’articolo dedicato agli strumenti da attivare per contrastare la pandemia. Si può immaginare che queste saranno le direttive intorno alle quali si svilupperà il programma di Governo. Difficile entrare più nel dettaglio delle misure che verranno prese, nell’immediato e più nel lungo periodo. Draghi dovrà tener conto della compagine di maggioranza. Per esempio, il sostegno da parte del Movimento 5 Stelle difficilmente potrà avvenire senza garanzie sul fronte del Reddito di cittadinanza.

Per quanto riguarda le politiche fiscali, il premier incaricato nei mesi scorsi si è espresso a favore delle proroghe dei versamenti fiscali per salvaguardare la liquidità delle famiglie e delle imprese in un momento di crisi. Eventuali interventi immediati, ad esempio di pace fiscale, dipenderanno forse dalle richieste dei partiti (per esempio la Lega, ma non solo). Si tratta di un capitolo più complicato da prevedere.

Discorso analogo per le pensioni. Non ci sono con ogni probabilità interventi immediati in vista. In ogni caso, sempre nel segno della continuità con il precedente Governo, si può immaginare il rafforzamento di una serie di strumenti di flessibilità in uscita, e il perseguimento di una linea più di lungo periodo favorevole all’allungamento della vita lavorativa, al rafforzamento del sistema della previdenza complementare, a una maggior trasparenza informativa nei confronti dei lavoratori sulle scelte previdenziali (nel solco della busta arancione).

Infine, due considerazioni. Insieme agli interventi di ristoro immediato e di eventuali misure, anche strutturali, su lavoro, fisco e pensioni, c’è il lavoro sul Recovery plan, il piano finanziato con i 209 miliardi europei che deve gettare le basi per la ripresa. Al di là dei singoli interventi previsti, si può prevedere un coordinamento fra le misure che verranno decise per impostare la ripresa del sistema produttivo con quelle sulle gestione dell’emergenza, con un’azione che quindi si sviluppa sempre all’interno di una vision complessiva.

In questo contesto, si può prevedere una costante attenzione nei confronti dei giovani, un tema caro al premier incaricato. L’attenzione alle nuove generazioni sarà centrale sia per impostare eventuali nuove leggi su temi come lavoro e pensioni, sia nell’immediato. Fra le varie anticipazioni che emergono in questi giorni, la proposta di rivedere il calendario scolastico per far recuperare i mesi di scuola persi durante l’emergenza Covid. Il dibattito è ampio, anche in considerazione della complessità nell’attivazione di questo strumento. Ma, diciamolo, è un dibattito su un tema centrale e concreto.

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