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Montagna batte mare ad agosto, giro d’affari da 15 miliardi

Per la prima volta la montagna supera le località balneari per livello di saturazione turistica ad agosto.

Montagna batte mare ad agosto, giro d’affari da 15 miliardi

L’estate italiana del 2025 racconta una storia diversa da quella a cui eravamo abituati fino a pochi anni fa. Se per decenni il mare è stato l’indiscusso protagonista delle vacanze di agosto, oggi lo scenario si sta rapidamente modificando. L’ultimo rapporto dell’Ufficio Statistica del Ministero del Turismo evidenzia infatti un trend evidente: la montagna ha superato il mare per grado di saturazione, segnando un primato economico e culturale che ridisegna le mappe del turismo italiano.

A trainare questo cambiamento sono numeri importanti, che parlano di oltre 70 milioni di arrivi complessivi, 5 milioni in più rispetto all’estate 2024 (+7,69%), con un giro d’affari da 15 miliardi di euro legato alle sole prenotazioni alberghiere tra giugno e settembre.

I casi di Trentino-Alto Adige e Appennino abruzzese

Se guardiamo ai dati, il fenomeno più evidente riguarda le mete di alta quota. Per il mese di agosto, e in particolare per le due settimane centrali a cavallo di Ferragosto, il turismo montano ha registrato la saturazione Ota (cioè la quota di strutture effettivamente prenotate sulle piattaforme online rispetto all’offerta complessiva) più alta:

    47,4% su base mensile;

    51,6% nei giorni festivi.

In cima alla classifica si colloca il Trentino-Alto Adige, con il 48,31% di saturazione media ad agosto e il 52,28% durante Ferragosto. Numeri che si traducono in 6,8 milioni di arrivi (+4,8% sull’estate 2024) e 74,8 milioni di pernottamenti (+2,2%), per un giro d’affari stimato in 6,1 miliardi di euro (+9,6%).

La montagna, dunque, non è più solo una destinazione invernale: il suo profilo si è destagionalizzato e attira famiglie, sportivi e turisti alla ricerca di natura, sostenibilità e benessere anche nei mesi estivi.

Accanto al Trentino-Alto Adige, si distingue anche la provincia dell’Aquila, che ha raggiunto una saturazione del 53,12%.

L’Appennino centrale, con località come il Gran Sasso, Pescasseroli nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Castel di Sangro, si è rivelato un motore di crescita per il turismo montano, confermando come anche le regioni del Centro Italia possano competere sul terreno della qualità e della diversificazione dell’offerta.

Mare in affanno, ma ancora protagonista

Questo non significa che il mare stia vivendo una crisi. Al contrario, le località balneari restano centrali per il turismo italiano, ma devono affrontare una crescente concorrenza di destinazioni alternative.

Secondo i dati MiTur, le prenotazioni legate al prodotto balneare hanno registrato circa 2,2 milioni di prenotazioni a inizio agosto, un dato significativo ma comunque inferiore alle 2,6 milioni registrate dalle città d’arte.

Il turismo balneare soffre, inoltre, un problema di saturazione legato alla forte stagionalità. Le spiagge italiane restano gremite soprattutto nelle settimane centrali di agosto, ma faticano a distribuire i flussi lungo l’intera estate (non per niente sembra l’anno delle spiagge vuote, stando alle dichiarazioni degli operatori del settore).

A ciò si aggiungono i costi crescenti e il caro ombrellone: l’aumento dei prezzi dei servizi di spiaggia, dei trasporti e della ristorazione penalizza soprattutto le famiglie, che cercano alternative più accessibili.

L’exploit delle città d’arte, dei laghi e delle terme

Come già detto, si è assistito alla crescita delle città d’arte, che hanno raggiunto un livello di prenotazioni superiore al mare (+400 mila a inizio agosto).

Firenze, Roma, Venezia e le città minori hanno beneficiato di una domanda internazionale forte, con 38,5 milioni di arrivi dall’estero complessivi, a conferma della centralità culturale del nostro Paese.

Molto positive anche le performance del turismo verde e lacuale.

Le aree interne hanno registrato un grado di saturazione del 75,5%, mentre i laghi italiani hanno raggiunto il 42,3%, trainati soprattutto dal Lago di Garda e dal Lago di Como, mete privilegiate da tedeschi, austriaci e americani.

Anche il settore termale mostra segnali incoraggianti, con una saturazione del 38,2%, segno di un crescente interesse per il turismo legato al benessere e alla salute.

Verso un turismo sempre più destagionalizzato

L’elemento più significativo di questa estate 2025 è la progressiva destagionalizzazione del turismo.

Non più picchi esclusivamente concentrati nelle settimane centrali di agosto, ma una distribuzione più omogenea che abbraccia anche giugno, luglio e settembre.

Ciò favorisce non solo le grandi città e le regioni alpine, ma anche i piccoli borghi, le aree interne e le mete considerate “secondarie”, che stanno diventando parte integrante della nuova geografia turistica italiana.

Questa evoluzione ha ricadute economiche da non sottovalutare, poiché una distribuzione più equilibrata consente di ridurre la pressione sulle infrastrutture, valorizzare il territorio in modo più sostenibile e garantire entrate più stabili a operatori e amministrazioni locali.

Qui finanza

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