M5s, Grillo contro Conte: azione legale per riprendersi simbolo
Ennesima guerra di carte bollate in vista.
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Grillo vuole togliere nome e simbolo M5s a Conte. Ennesima guerra di carte bollate in vista
Il fondatore vorrebbe riprendersi il marchio della sua creatura. Che Conte non ha alcuna intenzione di mollare. Si prospetta un’estate frizzantina. L’ultimo segnale di insofferenza Beppe Grillo lo aveva dato alle elezioni comunali della sua Genova. Quando non era andato a votare e aveva fatto in modo che si sapesse. Dieci giorni dopo, ecco la mossa dirompente, che aveva annunciato da mesi. E che, con il passare del tempo, Giuseppe Conte e il suo entourage speravano fosse finita nel dimenticatoio. Il comico nonché fondatore del Movimento 5 stelle nei prossimi giorni farà ricorso in tribunale per appropriarsi del simbolo del movimento. Lo hanno fatto sapere fonti a lui vicine.
L’ex garante dei 5 stelle, come ricorda l’avvocato Lorenzo Borrè, ha dalla sua parte una sentenza della Corte d’appello di Genova, del 2021, che ha stabilito che il nome e il simbolo del Movimento attualmente guidato da Giuseppe Conte appartengono a Grillo, che è stato fondatore dell’associazione omonima. Se il comico avesse ragione, i 5 stelle in Parlamento – legati quasi tutti alla leadership di Giuseppe Conte – non potrebbero più usare il nome del Movimento e neanche lo storico simbolo. Conte, però, ha dalla sua un’altra arma: una scrittura privata in cui Grillo si impegnava chiaramente a non contestare la proprietà del simbolo e del nome.
Sarà, insomma, battaglia. Una battaglia dagli esiti incerti. Che si combatterà non a suon di slogan stile “onestà, onestà”, ma a suon di commi, interpretazioni di codicilli e di carte bollate. E che, più che in tribunale, rileverà politicamente.
Non è chiaro, come spesso accade, cosa abbia in mente Grillo. L’ultima volta che aveva alluso a un ricorso per prendersi il simbolo, però, sembrava voler annunciare un nuovo progetto politico: “Vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio. Fatevi un altro simbolo. Il Movimento è stramorto, ma l’humus che c’è dentro no”, aveva detto il comico, in disaccordo con Conte su vari punti dell’organizzazione dei 5 stelle. Primo tra tutti l’abbattimento della regola che prevedeva, per ogni pentastellato eletto, il limite di due mandati.
Dal canto suo, Conte non si è fatto trovare impreparato all’annuncio di Grillo. Già da tempo, da avvocato civilista, ha studiato le carte. Sa che quella scrittura privata può essere una discreta arma a suo favore, giudici permettendo. In queste ore, con i suoi fedelissimi, affina la risposta alla provocazione del comico. Una risposta che arriverà tanto prima sul piano politico e poi in tribunale.
“Se e quando dovesse esserci questa nuova iniziativa giudiziaria leggeremo le carte e i nostri avvocati risponderanno a tono”, viene spiegato da fonti M5s. Le prerogative avanzate sulla base del simbolo sono giudicate: “Infondate”. Spiegano inoltre le stesse fonti che, da quando è partito il nuovo corso, non si è registrata nessuna sconfitta giudiziale e su quelle pendenti chi le ha avanzate ha perso ed è stato costretto a pagare spese processuali e danni. Il che, si spiega, è indicativo della “solidità” delle ragioni giudiziarie del presidente Giuseppe Conte e del M5S.
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