Anno: XXV - Numero 135    
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Liste attesa, decreto in arrivo.

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Liste attesa, decreto in arrivo.

Atteso da metà maggio, il provvedimento poggia su tre punti: aumento dell’offerta ospedaliera; decremento della richiesta di prestazioni dal territorio; avvio di un monitoraggio dei casi in cui la richiesta supera l’offerta.

Annunciato a inizio maggio, il decreto-legge sullo sblocco delle liste d’attesa non è ancora uscito ma potrebbe essere approvato in Consiglio dei ministri il 3 giugno. Il testo che circola in queste ore poggia su tre punti: aumento dell’offerta ospedaliera; decremento della richiesta di prestazioni dal territorio; avvio di un monitoraggio dei casi in cui la richiesta supera l’offerta. La notizia chiave è che per contenere le attese gli ospedali possono assumere. Almeno per il momento non si parla di misure che tagliano la capacità prescritti del medico di famiglia o lo puniscano per lo sforamento della spesa media per categorie di esami. Né si parla di obbligo di inserire il codice ICD9 nella prescrizione di un esame per anticipare il sospetto diagnostico al “decisore di spesa”. Nel servizio sanitario, piuttosto, per la spesa relativa al personale del servizio sanitario si potrà superare il valore fermo al 2004. Quest’anno le regioni possono aumentare la cifra inizialmente disponibile di un 25% dell’incremento del fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente. Dal 2025 la spesa per il personale Ssn sarà ricavata sulla base della metodologia per determinare il fabbisogno di cui al D.M. 24 gennaio 2023. Per i dettagli, servirà un decreto attuativo entro dicembre. 

Le farmacie – Ma c’è già una rivoluzione da anticipare. Sul territorio, per venire incontro ai pazienti ed alleggerire gli ospedali, si aggiungono altri erogatori di servizi. E le farmacie del territorio diventano “farmacie dei servizi”. Dotate di insegna ad hoc, potranno erogare le vaccinazioni ai minori di 12 anni oltre a quelle per gli adulti (per Sars e Covid la legge definisce già i compiti) e i tamponi nasali, orofaringei e salivari; inoltre potranno eseguire esami di prima istanza, e non solo quelli che il cittadino si è autoprescritto ma anche quelli prescritti dai medici. 

L’apertura delle agende intramoenia – Molte novità saranno affidate alle regioni, che diventano protagoniste nel garantire ai cittadini le prestazioni nei tempi giusti. Le strutture pubbliche e private accreditate dovranno erogare entro i tempi massimi previsti da ciascuna classe di priorità almeno il 90% delle prestazioni. Ricordiamo le classi: entro 72 ore vanno espletate le urgenze; entro 10 giorni le visite a breve; entro 30 giorni le visite specialistiche e 60 gli esami “differibili”; entro 180 giorni le prestazioni programmabili. Un decreto del 1998 consente ai pazienti che trovano impossibile fruire del loro diritto nei tempi previsti dalla legge di scrivere una lettera al direttore generale dell’Asl e di ottenere la prestazione dalla struttura pubblica in regime di libera professione intramoenia pagando solo il ticket. Molte Asl non forniscono però indicazioni né modulistica. Ora cambierà tutto, ma le modalità per sollecitare gli enti Ssn a rispondere ai pazienti impossibilitati a farsi valere andranno dettagliate, a quanto pare dalle regioni.. Il decreto afferma che l’attività ambulatoriale negli enti Ssn potrà essere svolta anche il sabato e la domenica al fine di smaltire le file. E i centri unici di prenotazione si collegheranno sia alle agende delle prestazioni delle strutture pubbliche sia a quelle delle strutture private convenzionate, che se inadempienti potrebbero perdere l’accreditamento. Due giorni prima dell’erogazione della prestazione il Cup chiamerà il cittadino prenotato per sincerarsi se non abbia cambiato idea o destinazione, così da ottimizzare le agende. La conferenza delle regioni adotterà linee guida per le ipotesi in cui il cittadino non si presenti. Sono previste sanzioni fino a 6 mila euro per le Asl che ostacolano la fruizione dell’esame Ssn al cittadino, e fino a 20 mila per quelle sprovviste di registro prestazioni di specialistica ambulatoriale e di diagnostica strumentale.
Il Sistema nazionale di governo delle liste d’attesa – Il governo avvia una cabina di regia (SINGLA) per valutare se l’attività libero professionale intramoenia dei medici non intralci l’attività istituzionale relativa alle prestazioni ambulatoriali dove ci sono attse. Governato da un board con dentro direttori di dipartimento e DG del Ministero, due rappresentanti regionali e uno per Iss ed Agenas, il SINGLA detta linee alle regioni delle linee guida per definire “piani di contenimento e recupero”. Qui le regioni identificheranno nuovi erogatori, canali di prenotazione innovativi, percorsi di tutela, pacchetti di esami preordinati per i pazienti cronici. Per misurare le prestazioni per le quali si attende di più e l’efficacia dei correttivi, nasce una piattaforma interregionale per il monitoraggio delle liste d’attesa. È istituito nel sito internet istituzionale del Ministero della salute il registro delle segnalazioni per il mancato rispetto dei diritti dei cittadini. 

Estensione degli orari di lavoro – Per far lavorare medici ed infermieri sabato e domenica le Asl e gli ospedali attingeranno ai fondi in più concessi dalla Finanziaria 2024 pari allo 0,4% del bilancio. Si tratta di circa 520 milioni destinabili anche al privato accreditato. Ma in questa quota si includono gli emolumenti corrisposti ai medici specialisti con incarichi di lavoro autonomo finalizzati al recupero delle liste d’attesa. A proposito, sono consentiti i contratti ad personam in luogo di quelli con le cooperative di medici ed infermieri pagati a gettone. Ricordiamo poi che sempre la Finanziaria 2024 ha aumentato i compensi per le ore aggiuntive, fino a 100 euro/ora per i medici e fino a 60 per gli infermieri e ora le regioni, se riescono a non sforare i limiti, possono pagare anche di più. Si alza poi il rimborso delle prestazioni ai privati convenzionati: in luogo dell’aumento previsto per quest’anno dell’1% si raddoppia al 2%, il 3% previsto nel 2025 diventa il 4% e il 4% previsto dal 2026 diventa il 5%. 

Altri erogatori – Entro settembre un decreto attuativo dirà quali volumi di prestazioni minimi devono erogare i laboratori di analisi per essere accreditati. Nel frattempo nelle strutture pubbliche gli specializzandi potranno essere ingaggiati non più fino a 8 ma fino a 12 ore settimanali per garantire la completa attuazione dei Piani operativi per il recupero delle liste d’attesa. Inoltre, Asl ed enti Ssn grazie ad un finanziamento extra di 100 milioni potranno introdurre in ospedale gli specialisti ambulatoriali interni in servizio a tempo indeterminato, su richiesta degli stessi, con tariffa maggiorabili fino a 100 euro l’ora. A chi, Direttore Generale, Sanitario od Amministrativo Asl, raggiunge i target aziendali di taglio delle liste d’attesa andrà un incremento del 10% della retribuzione di risultato.
Assicurazioni salute – Il decreto poi si occupa di Fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario e mette dei paletti. Potranno iscriversi all’Anagrafe solo quelli dotati di un nomenclatore delle prestazioni, articolato per ambiti e aree assistenziali, redatto secondo il modello unico nazionale individuato con decreto del Ministro della salute e comprendente “prestazioni a carattere sociale.
Salute mentale – Infine si riconosce una spesa 80 milioni per rafforzare i Dipartimenti di salute mentale regionali, per stabilire percorsi di reinserimento di pazienti con disturbi mentali autori di reato, e per la presa in carico dei disturbi dell’adulto, dell’infanzia e dell’adolescenza oltre che dei disturbi di nutrizione ed alimentazione. Se autorizzate dal Ministero della Salute le regioni potranno bandire concorsi per assumere medici psichiatri, psicologi, neuropsichiatri infantili, infermieri ed educatori professionali, terapisti occupazionali e della riabilitazione psichiatrica, sociologi, assistenti sociali, Oss, amministrativi.

Sanita33 

 

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