Le coperture dei vaccini in Italia sono ancora un grosso problema
Dopo il caso Nitag, si è riacceso il dibattito sull'obbligo vaccinale. Ma secondo il ministero della Salute, per nessuno dei vaccini obbligatori si raggiunge la soglia del 95%
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Dopo il caso Nitag, si è riacceso il dibattito sull’obbligo vaccinale. Ma secondo il Ministero della Salute, per nessuno dei vaccini obbligatori si raggiunge la soglia del 95%Foto: NurPhoto / Getty Images
In Italia si torna a discutere di obbligo vaccinale. Mentre abbiamo un problema di coperture dei vaccini. Il dibattito ha preso spunto dalla recente vicenda della commissione Nitag, nominata e poi sciolta dal ministro della Salute Orazio Schillaci dopo le proteste legate alla presenza di due esponenti che avevano espresso posizioni considerate no-vax rispetto all’adozione dei vaccini nel periodo della pandemia di Covid-19 all’interno dell’organismo chiamato a deliberare sulle politiche vaccinali. I dati dello stesso ministero ci dicono però che continuiamo ad avere un problema di coperture dei vaccini.
I livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero quel documento che fissa gli standard dell’assistenza sanitaria in Italia, individuano nel 95% l’obiettivo di copertura dei dieci vaccini resi obbligatori nel 2017 dall’allora ministra Beatrice Lorenzin. Una percentuale che corrisponde a quella necessaria per far scattare l’immunità di gregge per alcune patologie, come il morbillo.
Nonostante l’obbligo, però, quello fissato dai Lea è un obiettivo ancora non raggiunto. A dirlo i dati pubblicati dal ministero della Salute e aggiornati al 2023, relativi cioè alla copertura vaccinale a 24 mesi per i nati nel 2021. Contro il virus Hib sono stati vaccinati il 94,83% dei bambini, per difterite, tetano, pertosse, epatite B e poliomielite la quota si attesta al 94,76%. Per morbillo e rosolia la copertura è del 94,64%, per la parotite del 94,61%, per la varicella ci si ferma al 93,76%. Nella mappa sottostante il quadro a livello regionale.
Ora, detto che l’obbligo vaccinale non è l’unico modo per alzare le coperture vaccinali ma è certamente il più rapido, i dati confermano che l’introduzione del decreto Lorenzin ha contribuito a far crescere le percentuali di bambini vaccinati. Se infatti si confrontano i valori del 2023, relativi ai nati del 2021, con quelli del 2016 (relativi ai nati 2014), anno precedente all’introduzione del decreto Lorenzin, questo è il risultato:
Nel grafico non compare il vaccino contro la varicella, che fino a prima del decreto Lorenzin non compariva nemmeno tra quelli consigliati. E che in virtù di questa legge ha visto cresce la copertura dal 46,06% del 2016 al 93,76% di due anni fa. Ma è evidente l’incremento della percentuale di bambini vaccinati.
Quello più significativo riguarda morbillo, parotite e rosolia, che prima del decreto del 2017 erano solo consigliati. Contro questi virus, la copertura è cresciuta di oltre 7 punti percentuali. Oscilla invece tra 1 e il 2 punti percentuali l’aumento per quei vaccini che erano obbligatori già prima della normativa che oggi alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra mettono in discussione.
Una messa in discussione, va detto, che era già prevista dal decreto Lorenzin. In base al quale l’obbligo del vaccino contro morbillo, parotite, rosolia e varicella sarebbe potuto essere abolito nel 2020 a fronte di un aumento delle coperture. Revisione che non è avvenuta anche perché in quell’anno il sistema sanitario era impegnato a fronteggiare la Covid-19.
Per realizzare questo pezzo è stato impiegato il modello di intelligenza artificiale Claude Sonnet 4 per trascrivere ed organizzare i dati di copertura vaccinale dai pdf ministeriali a un file csv.
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