Covid, ecco i nuovi colori delle Regioni.
Lazio in arancione, scuole aperte da martedì Una Regione diventa arancione, un’altra rossa e una terza è ancora a rischio di passare nella zona con più restrizioni.

Sarà un monitoraggio settimanale con pochi cambiamenti nei colori quello della Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute di oggi. Più interessanti saranno i risultati raggiunti dalle Regioni che già si trovano in rosso. Per ben 8 realtà, più una Provincia autonoma, si prospettano infatti altre due settimane in rosso, cioè fino a martedì 13 aprile.
A veder migliorare lo scenario sarà il Lazio, che entrerà in arancione da martedì. L’ordinanza del ministro alla Salute Roberto Speranza che l’ha messa in rosso, come tutte le altre dell’ultimo periodo, è infatti entrata in vigore di lunedì (nel caso specifico il 15 marzo) e non la domenica come quelle dei mesi precedenti. Si voleva dare più tempo ai cittadini per prepararsi al cambiamento e anche concedere ai ristoratori un giorno in più di lavoro, per di più in un festivo. Visto che l’ordinanza dura 15 giorni cesserà di avere effetto appunto il 30, quando quindi potranno riaprire le scuole.
L’incidenza, cioè i casi settimanali per 100mila abitanti, porta in rosso la Valle d’Aosta, che questa settimana supera la soglia dei 250 in base alla quale scatta il peggioramento di colore. Poi c’è la Calabria, che rischia il rosso ma per l’Rt. Per sapere se davvero si sposterà bisogna aspettare la conclusione del lavoro dei tecnici.
La regola prevede che si debba stare almeno due settimane in un colore prima di poter rientrare in quello con meno restrizioni, a patto di avere dati compatibili con lo scenario meno pesante. Chi è rosso quindi deve passare due monitoraggi con numeri da arancione per essere inserito in quel colore. Ecco perché già adesso si può dire che otto Regioni e una Provincia saranno in rosso anche dopo Pasqua, almeno fino al 13 (un martedì). Questa settimana hanno infatti tutte un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti, che appunto le colloca ancora nello scenario con più restrizioni. Ecco quali sono: Friuli (410), Piemonte (354), Emilia-Romagna (351), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d’Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), Veneto (254)
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