Bruxelles, nella lista dei Paesi Sicuri ci sono anche Egitto e Bangladesh.
La premier esprime “grande soddisfazione” per l’elenco proposto dalla Commissione Ue. Arrestati dieci migranti del Cpr in Albania dopo il tentativo di rivolta.
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«Accolgo con grande soddisfazione la proposta di lista Ue Paesi sicuri di origine presentata dalla Commissione europea e che ricomprende, tra gli altri, anche Bangladesh, Egitto e Tunisi». Con queste parola la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato la decisione presa da Bruxelles, aggiungendo di ritenere «altrettanto positiva la proposta di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del Patto Migrazione e Asilo, in particolare la possibilità di designare Paesi sicuri di origine con eccezioni territoriali e per determinate categorie e di applicare il criterio del 20%».
Secondo Meloni «si tratta infatti di fattispecie che consentono di attivare le procedure accelerate di frontiera ai migranti che arrivano da determinate Nazioni, come previsto dal Protocollo Italia-Albania» e quindi «è un’ulteriore conferma della bontà della direzione tracciata dal Governo italiano in questi anni e del sostegno di sempre più Nazioni europee».
Non solo. «L’Italia ha svolto e sta svolgendo un ruolo decisivo per cambiare l’approccio europeo nei confronti del governo dei flussi migratori – ha aggiunto la presidente del Consiglio – Se oggi anche in Europa ci si pone come priorità la difesa dei confini esterni, il contrasto all’immigrazione irregolare di massa, il rafforzamento della politica dei rimpatri e l’attuazione di partenariati paritari con i Paesi di origine e transito, lo si deve per buona parte alla determinazione e alla caparbietà dell’Italia».
Intanto dieci migranti trasferiti nel Cpr in Albania sono stati arrestati in seguito alla rivolta di tre giorni fa, in cui avevano distrutto suppellettili e materiale della struttura. «Oggi quei centri ospitano soltanto migranti già detenuti nei nostri Cpr, trasferiti all’estero per puro scopo propagandistico», ha detto il deputato dem Fabio Porta definendo l’intera operazione «una gigantesca messinscena, messa in atto per mostrare agli italiani immagini ad effetto, persone in fascette e coprire un progetto fallimentare e costosissimo».
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