Province. Il ritorno degli zombie, come per il finanziamento pubblico.
Le Province vogliono tornare ad essere ente superfluo di per sé ma utile alla partitocrazia e vanno di pari passo col finanziamento pubblico ai partiti.
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Le Province politicamente non esistono più come enti amministrativi governati grazie al voto degli elettori, ma oggi sono votate dai consiglieri comunali dello specifico territorio. I partiti tutti – governo e opposizione – nel 2014, invece di abolirle del tutto trasferendo alcune funzioni alle regioni, le hanno trasformate in enti amministrativi di secondo livello, con ruolo di coordinamento e supporto ai comuni. Allo stesso tempo sono sorte (solo 10) le città metropolitane che, pur combaciando col territorio delle province, hanno funzioni più ampie e strategiche.
Entrambi questi enti hanno uno squilibrio di oltre un miliardo di euro fra loro capacità fiscali e fabbisogni standard, tamponato da soli 50 milioni che arrivano dalla fiscalità generale.
In questo contesto, nei giorni scorsi l’assemblea congressuale dell’Upi (Unione province italiane) si è ritrovata, e c’è la prospettiva di una riforma che tutti i partiti auspicano per far tornare questi enti grossomodo come erano prima della riforma, con consiglieri eletti dai cittadini.
In casi come questi, come per il finanziamento pubblico ai partiti, non esistono divisioni tra gli stessi partiti: in teoria si tratta di dare una migliore amministrazione al territorio e i fondi ai partiti che dovrebbero concorrere alla bisogna.
In pratica l’Italia ha vissuto una delle sue più terribili stagioni politiche grazie a corruzione e spartizione clientelare di poteri e soldi pubblici e privati. I rimedi avrebbero dovuto essere la semplificazione (abolizione province) e denari trasparenti (finanziamento pubblico).
Quest’ultimo non ha funzionato perché i partiti hanno continuato a rubare. Fu abolito con referendum popolare, ma sostituito con un surrogato come quello in corso che, non ritenuto sufficiente, proprio nei giorni scorsi tutti i partiti hanno cercato di aumentarlo… ma per ora bloccato da un intervento politico di opportunità da parte del Presidente della Repubblica.
A questo oggi si aggiunge quanto auspicato per il ritorno delle Province… piuttosto che abolirle del tutto come avrebbe dovuto essere, tornano elezioni, consiglieri, stipendi e chissà quant’altro.
Non ci sono segnali, politici e finanziari, che ci facciano credere che i comportamenti dei partiti potrebbero essere differenti rispetto a quanto accaduto in passato. Anzi.
Un contesto in cui è opportuno chiamare alla vigilanza tutti i cittadini perché – come si dice in gergo popolare – “abbiamo già dato”.
Articolo di Vincenzo Donvito Maxia (Aduc)
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