Estrazioni abusive di metano nel giardino di casa collegato diretto alla caldaia
Beccati e denunciati dai forestali
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Mentre spettro della ripresa delle trivellazioni aleggia minaccioso sul Polesine ed il fronte dei contrari continua ad allargarsi e mobilitarsi c’è chi ha pensato bene di darsi alle “trivellazioni fai da te”, rimettendo in funzione un vecchio sistema di estrazione del metano. A scoprirlo ed a denunciare i protagonisti sono stati i militari delle Stazioni Carabinieri Forestali di Adria e Porto Tolle che investigando a ritroso da un’anomala salinità riscontrata nel corso dell’estate scorsa nello scolo Fossetta, alle porte di Adria, sono rusciti prima a risalire allo scarico delle acque reflue generate nel corso dell’estrazione illecita, poi al rudimentale impianto per la produzione vera e propria del metano, al quale erano collegati una tubazione ed un separatore che trasportava direttamente il gas alla caldaia dell’abitazione della famiglia proprietaria dell’area.
I protagonisti rischiano ora pesanti pene: da due a sei anni di reclusione per furto aggravato, l’arresto da due mesi a due anni per lo scarico illecito di acque reflue, la reclusione da sei mesi a tre anni per contrabbando di prodotti energetici, da due a sei anni di reclusione per inquinamento ambientale, oltreché dover anche rifondere le imposte evase con una sanzione minima di 7.746 euro. E mentre sono in corso accertamenti per capire se vi siano altre situazioni analoghe ed altre persone coinvolte in questo tipo di estrazioni abusive, i militari della Forestale tengono a evidenziare, anche per evitare pericolose emulazioni, che tale impianto, tanto ingegnoso quanto pericoloso, poteva in qualsiasi momento “saltare in aria” in quanto, proprio per come era predisposto, erano persistenti e notevoli le fughe di gas, peraltro inodore.
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