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Arrestati a Parigi 7 brigatisti su richiesta dell'Italia

Tre sono in fuga e sono ricercati.

Arrestati a Parigi 7 brigatisti su richiesta dell'Italia

Sette ex membri delle Brigate Rosse sono stati arrestati stamani a Parigi su richiesta dell’Italia, mentre altri tre sono in fuga e sono ricercati. Lo annuncia l’Eliseo. I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni ’70 e ’80. L’operazione, secondo quanto si apprende da fonti italiane, è stata condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l’Antiterrorismo della Polizia italiana e con l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.

Ma chi sono i sette arrestati oggi? 

In quattro, Roberta CapelliMarina PetrellaSergio Tornaghi – tutti e tre ex appartenenti alle Brigate Rosse – e Narciso Manenti, dei Nuclei armati contropotere territoriale, devono scontare un ergastolo. Per Giovanni Alimonti ed Enzo Calvitti, invece – anche loro della stagione di sangue firmata Brigate Rosse – la pena è rispettivamente di 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Per Giorgio Pietrostefani, ex di Lotta Continua, accusato dell’omicidio di Luigi Calabresi, la pena che resta è di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni. 

Calvitti  è stato condannato per tre azioni di sangue: l’assalto e il  tentativo di sequestro del poliziotto Nicola Simone, nel 1982. Il futuro direttore Interpol Italia pensava di aprire a un corriere quel mattino e si ritrovò in casa i terroristi, rimase gravemente ferito, rispose con tre colpi di rivoltella. Ma è stato  riconosciuto colpevole anche dell’omicidio di Raffaele Cinotti, agente di custodia di Rebibbia, e di quello di Sebastiano Vinci, il vicequestore ucciso mentre andava a lavorare, nel 1981.  Tra quegli assassini, c’era anche Marina Petrella, Autonomia Operaia: arrestata dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri su un bus, condannata all’ergastolo e coinvolta nel sequestro Moro, ottenne lo status di esiliata in Francia.

 E quando la Corte di Versailles, nel 2007, concesse l’estradizione, Sarkozy la salvò per motivi di salute: con solidarietà diffusa da parte di intellettuali e anche dell’allora première dame Carla Bruni e di sua sorella, l’attrice Valeria Bruni Tedeschi.

 L’ultimo, quasi in extremis, a rientrare nella lista dei dodici terroristi italiani su cui la ministra Cartabia aveva ripreso  il lavoro di cooperazione con il collega francese, è stato Luigi Bergamin. La sua condanna doveva prescriversi l’8 aprile scorso : e invece , per effetto del lavoro 

 del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha disposto la sua qualificazione in “delinquente abituale”, è saltato il colpo di spugna sul passato. Bergamin  è stato tra gli ideologi dei Pac, il gruppo armato di Cesare Battisti, e come lui condannato per l’omicidio del macellaio Lino Sabbadin.

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