Sciopero medici e infermieri. È bagarre sui numeri.
Per il Governo adesione al 2,7% mentre per i sindacati punte dell’85%
In evidenza
Da sempre ad ogni sciopero e manifestazione si scatena la bagarre sui numeri con le parti sempre pronte a gonfiare o sgonfiare le adesioni alle proteste. E lo stesso sta accadendo anche sul recente sciopero di medici e infermieri dello scorso 5 dicembre indetto da Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up. Secondo gli organizzatori (le cui sigle insieme raccolgono circa 60 mila professionisti) le adesioni sono state elevate con “punte dell’85%”.
Dall’altro lato però le statistiche ufficiali del Governo pubblicate dal Ministero della Funzione Pubblica forniscono altri numeri. Secondo l’aggiornamento al 7 dicembre basato sui dati trasmessi da circa il 37% delle strutture l’adesione allo sciopero sarebbe stata del 2,7%. Il dato oltre ad essere provvisorio è certamente da prendere con le molle anche perché la percentuale di adesione è calcolata sul totale del personale in servizio in quel giorno (400 mila persone) e non su chi effettivamente è iscritto ai sindacati che hanno scioperato e senza considerare come tutte le urgenze sono state garantite.
In attesa di numeri più chiari rimane che lo sciopero dei medici mediaticamente ha avuto una grande eco perché è stata la prima protesta dopo gli anni della pandemia. Il 18 dicembre intanto altri sindacati (Aaroi, Fassid, Fvm e Cisl Medici) hanno già indetto un nuovo sciopero e a gennaio se ne preparano altri.
Altre Notizie della sezione
Pnrr missione salute: al 1° trimestre 2024 rispettate tutte le scadenze europee.
30 Aprile 2024Riforma assistenza territoriale e nodo infermieri.
Il bilancio consuntivo 2023 di Cassa Forense
29 Aprile 2024Saper leggere, interpretare e analizzare il bilancio d’esercizio permette, al di là del mainstream corrente, di avere informazioni precise sullo stato di salute della Fondazione.
Approvato il nuovo Patto di Stabilità europeo
24 Aprile 2024Via libera del Parlamento europeo a requisiti meno restrittivi. I Paesi con un debito superiore al 90% del Pil dovranno ridurlo di un punto percentuale ogni anno.