Anno: XXV - Numero 53    
Venerdì 29 Marzo 2024 ore 11:00
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Riforma fiscale, ok del Governo.

Ecco le novità di rilievo per i medici

Riforma fiscale, ok del Governo.

La minacciosa astronave Irap ha ormai lasciato i cieli della medicina di famiglia. E adesso lascerà quelli dell’odontoiatria (in parte) e degli studi associati di medici o dentisti. La Finanziaria 2022 ha cancellato l’imposta sulle attività produttive per lavoratori autonomi e ditte individuali. Pagano ancora gli studi dei professionisti che svolgono un’attività strutturata ai sensi della sentenza della Corte Costituzionale 156/2001, le società di persone e le società di capitali, Srl, enti commerciali e del terzo settore.

Adesso però il governo Meloni ha appena approvato il disegno di legge delega per la riforma fiscale che dispone una revisione dell’Irap volta ad abrogare il tributo e ad istituire una sovrimposta Ires così da assicurare il gettito fiscale per finanziare il Fondo sanitario. L’abrogazione dell’Irap peraltro potrebbe cancellare l’imposta per 665 mila contribuenti includendo le società di persone e le associazioni professionali, inclusi gli studi associati in campo medico ed odontoiatrico. Il disegno di legge delega prevede 24 mesi per l’esame parlamentare e l’emanazione dei decreti delegati di attuazione. Ove la legge cancellasse l’Irap per le categorie citate, ogni “micro-impresa” rientrante nel taglio risparmierebbe una media di 2700 euro. Per le società di capitali invece l’Irap sarà caricata sull’Ires.

Ma dei 665 mila esecrabili di cui si legge sui media economici quanti sono i camici davvero interessati? Come spiega Daniela Ravasio, commercialista, consulente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, un calcolo preciso non è possibile, ma si può ragionare per categorie. «Se parliamo di medici di famiglia (singolo professionista) il pagamento dell’IRAP è sempre stato oggetto di numerosi “contenziosi” ovvero istanze di rimborso dell’IRAP (ove versata) in quanto un mmg che eserciti la propria attività rispettando quelli che sono i requisiti, in tema di collaboratori ecc, della convenzione può essere escluso IRAP. La legge di bilancio del 2022 ha sancito l’esclusione da tale imposta di tutte le imprese individuali e del lavoratore autonomo. Se invece parliamo dei nuovi esenti, a quanto si legge l’esenzione dovrebbe interessare, con le società di persone – ad esempio Sas e Snc- anche gli studi medici associati (associazioni professionali), mentre per le società di capitali resterebbe una sovraimposta Irap calcolata sull’ammontare dell’Ires». Le società tra professionisti potrebbero essere interessate solo in casi specifici: «Sono un tipo particolare di società -dice Ravasio- iscritte all’ordine provinciale dove hanno sede, ma ai fini fiscali assumono le forme giuridiche delle tipologie di società pre-esistenti nell’ordinamento e ne adottano il regime: seguendo questo ragionamento, le STP di persone (Sas, Snc) non dovrebbero pagare l’Irap, le STP di capitali (Srl) dovrebbero pagarla in proporzione all’Ires». Già esentati prima dalle sentenze di Cassazione del 2012 e poi dalla Finanziaria 2022, i medici di famiglia possono stare tranquilli. «Se la Delega va in porto nei termini accennati si affiancheranno loro i pochi studi medici associati tuttora esistenti, che nel corso degli anni hanno spesso “lasciato il posto” alla gestione dello studio del medico di medicina generale da parte di cooperative di servizio. E si affiancheranno tanti odontoiatri ed i medici liberi professionisti strutturati. A meno che non abbiano scelto, come hanno fatto in numerosi, di trasformarsi in società Srl o in STP-Srl».

Per la cronaca, il testo approvato dal governo Meloni interessa tutte le imposte. Per l’Irpef prevede: l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e la conseguente complessiva revisione di esenzioni fiscali e detrazioni; l’individuazione di una unica fascia di esenzione fiscale; il riconoscimento della deducibilità, anche in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato; la possibilità per tutti i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori dai redditi e, in caso di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo. Per l’Ires ci potrebbe essere una riduzione dell’aliquota per chi fa investimenti ed assume e non destina gli utili a fini estranei all’esercizio dell’attività d’impresa. Per l’Iva si profila una razionalizzazione delle aliquote.

Tratto da Doctor 33

 

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