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Mosca intensifica gli attacchi e detta condizioni irrealistiche, Trump frena sui missili e lascia margine a Putin. Zelensky non cede sui territori, Pechino si propone mediatrice, ma il vertice resta lontano.
La crisi diplomatica fra Italia e Francia, per le parole indirizzate a Macron, indicano che lasciare libero il leader leghista su guerra e pace, tanto poi il governo fa altro, non funziona più. La premier esiga un chiarimento.
Aiutare il più debole significa prolungare il conflitto o impedirne la resa totale? L’Europa, divisa tra dipendenza dagli Stati Uniti e ambizione di neutralità, resta spettatrice e arbitro mancato della partita più drammatica del continente.
Il Presidente Americano pensava di sciogliere la guerra con una telefonata a Orban: il risultato è un veto inchiodato e un Cremlino che sghignazza. Putin non tratta, ringhia e agita lo scudo nucleare: vuole la resa, non il dialogo.
Nella destra, italiana e no, da Meloni in giù, c’è un prima e un post Covid.
Altro che diplomazia: alla Casa Bianca è andato in scena un reality show. Putin recita, Trump abbocca, Zelensky resta il capro espiatorio. E l’Europa? Applaude in platea.
Trump ha steso il tappeto rosso per Putin. In cambio ha ottenuto ben poco.
Il braccio di ferro è tra due diverse e complementari necessità e doveri delle democrazie: il diritto e il governo.
Salvini: "La prima regione per coinvolgimento di aziende sarà la Lombardia".
Con 92 voti a favore, 62 contrari e nessun astenuto.
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