Ostaggi del contante per lo sciopero dei vigilantes
Il presidente di Consumers For Digital Payments, Luongo: "Occorre far comprendere importanza pagamenti digitali"
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In vista dello sciopero di giovedì e venerdì (1-2 agosto) degli istituti di vigilanza privata, dalle banche, interessate dall’agitazione per il trasporto dei valori, arriva l’allerta sulla possibile scarsità di prelievo di contanti in quei giorni. Ma, avverte Francesco Luongo, presidente di Consumers For Digital Payments, C4DiP, la coalizione di associazioni di consumatori formata da Movimento Difesa del Cittadino, Asso-consum e U.Di.Con, “uno sciopero del genere in Paesi come l’Inghilterra, la Svezia o la Danimarca non creerebbe né scalpore né disagio”. “In Italia, invece, l’eventualità di non poter prelevare contanti dalla casse veloci o in filiale genera allarmismo perché siamo ancora ostaggio del contante. Nell’era della moneta elettronica un semplice sciopero della vigilanza bancaria rischia di mettere in ginocchio il Paese costringendo milioni di consumatori all’ennesima fila al bancomat”, afferma. “Di fronte a questa notizia – prosegue Luongo – mi capita di sentire commenti come ‘allora andremo a prelevare il giorno prima’ come se la mancanza di contante precludesse i nostri acquisti quotidiani. La strada per togliere questa abitudine consolidata ai consumatori è lunga, e questo perché ancora molti cittadini non riescono a comprendere i vantaggi dei pagamenti digitali nei confronti del contante, comodità, sicurezza e tracciabilità in primis”. A proposito di abitudini, un’indagine diffusa nella prima metà dell’anno dalla Bce, integrata da Banca Italia, rivela che nel nostro Paese le banconote e monete sono usate nell’85,9% dei casi, mentre alle carte è riservato solo il 12,9% delle transazioni. Questo dato, oltre a mostrare quanto i consumatori preferiscano il contante alla moneta digitale, spiega l’agitazione dei cittadini italiani di fronte alla possibile difficoltà nel poter prelevare agli Atm l’1 e il 2 agosto. “Nel 2017 – ricorda Francesco Luongo – i pagamenti digitali in Italia sono cresciuti di oltre il 10%, raggiungendo i 220 miliardi di euro di transazioni. Sebbene questi dati evidenzino la sempre maggior dimestichezza dei cittadini nell’utilizzo di questi strumenti, vi è ancora molto da fare per allineare le percentuali di transazioni dei pagamenti digitali in Italia con quelle degli altri Paesi europei”. Il report Bce si chiudeva tuttavia con prospettive positive, tanto che è lo stesso consumatore a riconoscere nei pagamenti digitali gli strumenti più comodi per effettuare i propri acquisti: infatti, il 45% degli intervistati ha dichiarato di preferire carte o strumenti di pagamento alternativi al cash, contro un 39% che rimane affezionato al contante.
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