M5S alla guerra per il salario minimo a 9 euro
Boccia (Confindustria) Il Paese non cresce con il salario minimo, bisogna elevare i salari dei lavoratori italiani riducendo le tasse e i contributi, il famoso cuneo fiscale, detassando i premi di produzione
In evidenza

È il salario minimo la proposta che il M5S intende cavalcare per risalire nella china dei consensi: il vicepremier Luigi Di Maio ha convocato oggi un vertice di tutti i ministri pentastellati e subito dopo una riunione dei tecnici proprio per mettere a punto la nuova proposta che punta a fissare a 9 euro l’ora la paga oraria minima per i lavoratori. La proposta del M5S sta guadagnando in queste ore il centro del dibattito politico. Anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è intervenuto per ribadire la contrarietà degli imprenditori a un «tetto minimo» salariale fissato per legge: ««Il Paese non cresce con il salario minimo, bisogna elevare i salari dei lavoratori italiani riducendo le tasse e i contributi, il famoso cuneo fiscale, detassando i premi di produzione». Sono numerosi i paesi che adottano già (a differenza dell’Italia) il criterio del salario minimo; in Germania nel 2019 la cifra è stata corretta all’insù arrivando a 9,3 euro lordi all’ora ma i lavoratori che ne usufruiscono sono diminuiti di 400.000 unità: con ogni probabilità perché hanno avuto accesso a contratti più remunerativi. Da notare che le retribuzioni medie della Germania sono più alte rispetto all’Italia. Il salario minimo è diffuso in particolare nei settori dell’agricoltura e della ristorazione e riguarda solo il 4% del totale dei lavoratori tedeschi. La legislazione più favorevole, secondo Eurostat, è quella francese dove la paga oraria per legge sfiora i 10 euro (ma vige il regime delle 35 ore settimanali); si abbassa in Spagna (5,7) e in Gran Bretagna (7,6). Nella maggior parte degli altri Stati europei dove la legge regola la paga oraria, la cifra oscilla tra i 4 e i 6 euro. Fuori dai confini Ue la legge più generosa è quella australiana (15 dollari la quota fissata); negli Stati Uniti la media è di 9 dollari ma alcune aziende hanno deciso di allargare i cordini della borsa: Amazon, ad esempio, ha portato nel 2018 la paga oraria a 15 dollari. La Svizzera al contrario non adotta alcuna «base» salariale. «Il 12% degli italiani sottopagato» Andrea Garnero, economista dell’Ocse, ha fatto a sua volta notare che la quota di 9 euro proposta da Di Maio collocherebbe l’Italia al vertice dei paesi occidentali e anche al di sopra dei contratti collettivi esistenti: «È uno strumento legittimo, interessante, con alcune potenzialità ma anche con alcuni limiti». «In Itali non c’è il Far West, visto che i quasi 900 accordi a livello di settore coprono pressoché la totalità» del lavoro salariato. Secondo Garnero, tuttavia, il 12% dei lavoratori italiani è sottopagato, con prevalenza al Sud. Secondo l’Istata sotto «quota)» ci sono il 59% degli apprendisti , il 26% degli operai ma soprattutto il 32% dei giovani sotto i 29 anni.
Altre Notizie della sezione

Il messaggio di Trump agli europei: “Siete dei parassiti”
26 Marzo 2025"L'Unione Europea in questi anni ci ha messi in ginocchio, i cosiddetti amici sono peggiori dei nemici".

La definizione di “ospedale” secondo Papa Francesco
25 Marzo 2025
Monfalcone, Italia. Laddove l’integrazione fallisce, la razza entra nelle urne
24 Marzo 2025Viaggio nel paese friulano dove un terzo della popolazione è straniera. Dove la Lega cavalca (e spesso vince) con le teorie della sostituzione etnica e dove di conseguenza nasce una lista politica di soli stranieri, supportata da Aboubakar Soumahoro. La storia di Bou Konate