Legge di Bilancio 2023: le ulteriori novità fiscali
Nell’approfondimento della Fondazione Studi, focus su regime forfetario, flat tax incrementale e partite Iva
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L’innalzamento a 85mila euro della soglia di ricavi e compensi percepiti nell’anno precedente per accedere al regime forfetario agevolato; la “flat tax incrementale” al 15%; il rafforzamento dell’attività di presidio preventivo connesso all’attribuzione e all’operatività delle partite IVA da parte dell’Agenzia delle Entrate. Sono alcune delle modifiche introdotte dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023), oggetto dell’ultimo approfondimento della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo “Legge di Bilancio 2023: le ulteriori novità fiscali”, diffuso oggi, 14 marzo. Rispetto alle novità in materia di regime forfetario (art. 1, comma 54), il documento ricorda anzitutto i destinatari della misura e gli sconti fiscali che questa comporta, tra cui l’applicazione al reddito imponibile di un’unica imposta (15%), sostitutiva di quelle ordinariamente previste; per poi descrivere i diversi scenari possibili in caso di compensi/ricavi superiori o inferiori ai 100mila euro, nonché le conseguenze della clausola antielusione. Subito dopo, l’approfondimento passa a esaminare nel dettaglio la “flat tax incrementale” (art. 1, commi 55-57), fornendo anche utili esempi di calcolo del nuovo regime di tassazione introdotto dalla Manovra. Sotto la lente di ingrandimento degli esperti della Fondazione Studi, anche l’art. 1, commi 148-150, della Legge di Bilancio 2023, che rafforza l’attività di presidio preventivo relativo all’attribuzione e all’operatività delle partite IVA, riconoscendo all’Agenzia delle Entrate la possibilità di effettuare specifiche analisi del rischio. Precisate altresì le modalità attraverso cui è possibile richiedere nuovamente la partita IVA in caso di provvedimento di cessazione, nonché il regime sanzionatorio applicabile.
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