Formazione finanziata con i Fondi interprofessionali
Nella seconda puntata di “Opportunità professione: la buona bilateralità” come funzionano, vantaggi e opportunità per le imprese
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Come funzionano i Fondi interprofessionali, promossi dalle organizzazioni sindacali e datoriali, per incentivare attività di formazione rivolte ai lavoratori? E quali sono i vantaggi e le opportunità per le imprese? Sono alcune delle domande al centro della seconda puntata di “Opportunità professione: la buona bilateralità”, in onda ogni mercoledì pomeriggio sulla web tv dei Consulenti del Lavoro, condotta dall’esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Romano Benini. Il tema delle competenze è ormai centrale nel sistema economico e lavorativo ma l’Italia sconta ancora un gap profondo in materia di aggiornamento continuo dei dipendenti rispetto agli altri paesi Europei. Per colmare questa distanza è necessario conoscere gli strumenti a disposizione, quali appunto i fondi paritetici interprofessionali promossi dalla bilateralità, costituiti dalla legge n. 388/2000. La scelta di aderire ai Fondi permette infatti alle imprese, in maniera non obbligatoria e gratuita, di destinare alla formazione e alla crescita professionale dei propri dipendenti una quota fissa pari allo 0,30% dei contributi versati all’Inps, incrementando il know-how interno. Tra gli ospiti della seconda puntata il Presidente della Fondazione Consulenti per il Lavoro, Vincenzo Silvestri, che ha illustrato una iniziativa avviata dalla Fondazione con il Fondo FonARCom e il Responsabile della Scuola di Alta Formazione della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Pasquale Staropoli che ha chiarito i principi che regolano la mobilità tra i fondi interprofessionali per la formazione continua.
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