Anno: XXV - Numero 72    
Venerdì 26 Aprile 2024 ore 13:00
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Senza contratto, malattia e maternità

Gli specializzandi di Fisica medica in rivolta chiedono. Solo il 22% degli specializzandi riceve in forma di borse di studio più di 1.000 euro al mese, il restante 78% o non riceve nulla o riceve meno di 1.000 euro.

Senza contratto, malattia e maternità

“Non abbiamo un contratto di formazione, né ferie, né malattia o maternità. Se una di noi dovesse avere una gravidanza l’unica via sarebbe quella di prorogare il periodo di tirocinio”. Lo racconta alla Dire una giovane specializzanda in Fisica medica, Sara Parabicoli, rappresentante degli specializzandi già scesi in piazza per rivendicare i loro diritti e protestare contro una discriminazione che di fatto li considera di serie B: “Ci sentiamo sottopagati e sfruttati– continua Sara- perché non abbiamo un contratto di formazione anche se durante la scuola di specializzazione in Fisica medica supportiamo gli strutturati nel loro lavoro quotidiano, come succede agli specializzandi in Medicina. Noi, però, non riceviamo alcun contributo economico oppure, se lo riceviamo, è meno di 1.000 euro al mese”.

Da una recente survey realizzata dal gruppo giovani dell’Associazione Italiana di Fisica medica e Sanitaria (AIFM), il 50% degli specializzandi deve lasciare la regione di provenienza (non ci sono scuole di specializzazione in Fisica medica in tutte le regioni) e lo fa a sue spese, per tre anni, senza un contratto di formazione. Solo il 22% degli specializzandi, inoltre, riceve in forma di borse di studio più di 1.000 euro al mese, il restante 78% o non riceve nulla o riceve meno di 1.000 euro. Eppure il Sistema Sanitario Nazionale non può fare a meno di loro: il Fisico medico è una figura professionale indispensabile nelle strutture ospedaliere per garantire che ogni indagine, ogni prestazione, ogni terapia con radiazioni, ionizzanti o non, possa fornire il miglior risultato con il minimo rischio per il paziente e l’operatore.

Per poter esercitare il ruolo di specialisti in Fisica medica all’interno delle strutture sanitarie, è necessario frequentare una scuola di specializzazione, analogamente al percorso intrapreso dai medici specialisti, di durata triennale, che permette ai laureati magistrali in Fisica di formarsi in diverse aree che vedono l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e non solo: si passa dalla radioterapia, alla radiologia, alla medicina nucleare e alla radioprotezione, ma anche alla risonanza magnetica, ai laser e agli ultrasuoni. Questo periodo è caratterizzato dall’assenza di contratti di formazione, a differenza dei colleghi medici. Ma al pari dei colleghi medici il percorso formativo prevede la frequenza di lezioni e una sostanziale parte di tirocinio in ospedale.

In Italia esistono 16 scuole di specializzazione in Fisica medica e gli specializzandi sono circa 160. “In alcune di queste scuole, o in alcuni ospedali/regioni virtuose, si trovano delle borse di studio per non farci lavorare gratis- continua Sara- ma non è la regola, anche se diventiamo forza lavoro subito. Il paradosso è che il 75% degli specialisti in Fisica medica poi, entro sei mesi dalla specializzazione, trova lavoro come dirigente fisico nel sistema sanitario nazionale, quindi il SSN dovrebbe investire nelle persone che forma e che poi rientrano come forza lavoro. Va poi fatto notare che a volte queste borse rappresentano un secondo lavoro e non una forma di finanziamento del tirocinio- sottolinea la specializzanda- obbligando quindi a estenuanti carichi lavorativi”.

La disuguaglianza di opportunità sia nella formazione che nella ricerca di lavoro ha costretto moltissimi giovani fisici medici a fuggire dalle regioni del Sud verso quelle del Nord. “Non abbiamo garanzie per l’ottenimento di borse di studio durante il periodo formativo e, in generale, tra le regioni c’è disuguaglianza nelle opportunità di lavoro dopo la formazione”, ci spiega Sara.

Stando ai numeri, attualmente il fabbisogno di fisici medici a livello nazionale è aumentato. “Grazie all’aggiornamento previsto anche dal parco tecnologico con il PNRR, quest’anno siamo riusciti ad avere 75 iscritti- racconta alla Dire Marco Felisi, giovane fisico medico e coordinatore AIFM Giovani– ma siamo ancora lontani dal target di almeno 120 iscritti l’anno necessari per rispondere alle esigenze del territorio. L’AIFM, così come altre associazioni, da oltre dieci anni cerca di smuovere la questione, ma l’assenza di contratti di formazione è un problema che riguarda anche i biologi, i farmacisti ospedalieri, gli psicologi clinici, chimici, odontoiatri, veterinari”.

 

“Quello che chiediamo è un contratto di formazione strutturato per gli specializzandi sanitari non medici, che sia equiparato a quello degli specializzandi medici. Alla fine diventiamo dirigenti sanitari- conferma Marco- però durante la formazione non abbiamo contratti di formazione e paghiamo solo le tasse universitarie”.

Ragionando da un punto di vista formativo, “un contratto di formazione strutturato permetterebbe di formarci per davvero senza essere vincolati a una determinata attività per cui riceviamo una borsa o un contratto dedicato. I bandi per i medici sono anni che vanno deserti, l’anno scorso sono rimaste inevase più di 5mila borse su 15mila, ci sarebbero tanti soldi che potrebbero essere destinati a noi, perché non farlo?”, propone. Felisi si è formato alla scuola di specializzazione di Unimi (Università degli Studi di Milano): “Qui è una situazione felice, l’università bandisce 4 borse da circa 11.300 euro l’anno- conclude- ma di certo non mi è bastata per vivere a Milano”.

Agenzia Dire

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