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Vaccini dai medici di famiglia, al via i primi accordi che anticipano la convenzione

La Toscana è la prima regione che farà vaccinare i cittadini dai medici di famiglia e dai pediatri di libera scelta in via ordinaria

Vaccini dai medici di famiglia, al via i primi accordi che anticipano la convenzione

I pazienti andranno negli studi dei medici di fiducia e si faranno immunizzare dal medico o dall’infermiere che lavora in studio. Lo prevede un accordo firmato dalla Regione con i sindacati rappresentativi e ratificato in Giunta. L’accordo abbraccia non tanto le vaccinazioni pediatriche (già praticate dai medici di famiglia ove assistano minori), ma tutte quelle relative ad adolescenti ed adulti, fino a oggi fatte solo nei distretti delle Asl: antinfluenzale, antipneumococcica, antimeningococcica C, antizoster, antitetanica, antiepatite a e b, morbillo-rosolia-parotite-varicella, haemophilus influenzae tipo b. Il servizio sanitario regionale ha provveduto per ogni vaccinazione a specificare quando la prestazione è nei livelli essenziali di assistenza e quindi gratuita e quando invece non lo è (ad esempio in certe fasce d’età o sotto certi redditi) e i residenti dovranno pagare la prestazione, ma non al medico di famiglia, bensì allo sportello dell’Asl. Dopo la ratifica in giunta, in questi giorni si firmano gli accordi locali, primo fra tutti quello all’Asl Toscana Centro (Firenze) che darà lo start al servizio. «A quanto mi risulti, la Toscana è la sola regione che fin qui si è mossa, ma i contenuti dell’intesa hanno grandi probabilità di essere “esportati” e soprattutto riportati nel prossimo accordo nazionale della medicina di famiglia che sindacati e Sisac vorrebbero portare a casa entro dicembre», dice Vittorio Boscherini, vicesegretario nazionale Fimmg, e medico di famiglia toscano, che analizza per DoctorNews la portata nazionale dell’intesa. «Il piano vaccinale toscano prende le mosse dalla convenzione nazionale della medicina generale dell’anno scorso che riporta in premessa i nuovi compiti dei medici di famiglia come il governo delle liste d’attesa, l’approccio ai pazienti non urgenti per impedire l’affollamento dei pronti soccorso, la gestione delle cronicità e appunto i vaccini; a fine 2017 era stato inoltre firmato in Toscana un accordo regionale in sintonia con questa novità». Boscherini ha firmato a Firenze con l’Asl l’accordo locale che porterà alla somministrazione in primis del vaccino antinfluenzale, la regione ha una copertura della popolazione target del 56% e vorrebbe arrivare al 95%. «Gli accordi affrontano il tema della copertura e quello dell’accessibilità. Sotto il primo profilo oggi ai cittadini si chiede di andare a prenotarsi a un centro vaccinale, anche lontano da casa, e di tornare dopo 15-20 giorni e più. Se sa che una volta nel mio studio fa tutto, se gli dico “vai nella stanza accanto dove l’infermiere ti vaccina”, il cittadino trova una risposta consequenziale al mio caldo suggerimento a vaccinarsi. Diamo coerenza a comportamenti che vorremmo. Sotto il profilo dell’accesso all’immunizzazione, tutti i vaccini sono consigliati, ma i vaccini obbligatori sono gratuiti, per gli altri il cittadino va al Cup, paga il vaccino a metà prezzo (che è già la metà del prezzo di vendita in quanto l’Asl lo procura scontato), paga 15 euro per la prestazione e si reca dal medico di famiglia per vaccinarsi. Il medico a sua volta non prende niente, se non in convenzione. Qui vede riaprirsi la chance per accedere al contributo per l’infermiere di studio se si candida a partecipare al progetto vaccinale. Occhio, l’adesione non è volontaria, c’è un obbligo, ma al quale al momento non si correlano sanzioni: la “persuasione” arriva dal compenso in parte sotto forma di benefit sulla quota infermiere (i tetti sulle quote per il personale e il gruppo in Toscana ci sono dal 2006 ndr) e in parte come pagamento per la prestazione, ai 6,16 euro a vaccinazione se ne aggiungono 3,50 per premiare ulteriormente lo sforzo organizzativo». Soddisfatto anche il mondo politico: secondo l’assessore al diritto alla salute regionale Stefania Saccardi, con il nuovo accordo i medici di famiglia diventano «protagonisti, soggetti attivi coinvolti in tutte le vaccinazioni previste dai Livelli essenziali di assistenza. La loro presenza capillare sul territorio ci consentirà di raggiungere cosi un maggior numero di cittadini, e aumentare le coperture».

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