Consulenti del lavoro: reddito di cittadinanza non deve essere solo assistenza
La Calderone in occasione del convegno 'Combattere la disoccupazione di lungo periodo: il ruolo della società civile organizzata', organizzato ieri a Roma
Investire in percorsi di riaccompagnamento al lavoro per i disoccupati, per “impedire che il reddito di cittadinanza si trasformi in una misura puramente assistenziale”. E’ questo il messaggio della presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, in occasione del convegno ‘Combattere la disoccupazione di lungo periodo: il ruolo della società civile organizzata’, organizzato ieri a Roma, in collaborazione con l’Osservatorio del mercato del lavoro (Oml) del Comitato economico e sociale europeo (Cese).
Commentando gli effetti generati dalla disoccupazione di lungo periodo, che in Italia corrisponde al 51,2% su un totale di 2.865.000 disoccupati, la numero uno dei professionisti, recita una nota, “ha posto l’accento soprattutto sulla spesa in politiche passive sostenuta da un Paese come il nostro, che non ha né la disponibilità, né la convenienza ad aderire su base volontaria a programmi di politica attiva del lavoro”. Un ruolo “importante” nel favorire l’occupazione “è svolto dai consulenti del lavoro, che assistono 1,5 milioni di imprese e gestiscono 8 milioni di rapporti di lavoro”.
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