Confprofessioni. L’abolizione del Cnel nega la partecipazione sociale alla politica economica del Paese
Il presidente Stella boccia la riforma costituzionale approvata in Commissione Affari Costituzionali del Senato
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«La soppressione del Cnel è un gravissimo errore di strategia politica che impoverisce l’economia e il mercato del lavoro del nostro Paese». Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni e consigliere del Cnel rilancia con forza l’appello lanciato ieri delle parti sociali contro l’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, come prevede in prima lettura la riforma costituzionale approvata in Commissione Affari Costituzionali del Senato, e rivendica con fermezza l’intensa attività svolta nell’ultimo anno dalla Consiliatura presieduta dal prof. Tiziano Treu, a cominciare dal disegno di legge sul welfare dei lavoratori autonomi, avviato dalla Consulta sul lavoro autonomo e le professioni, presieduta da Stella. «L’iniziativa della Commissione Affari Costituzionali del Senato è l’ennesimo tentativo per destabilizzare la democrazia rappresentativa e forzare ancora una volta il processo di disintermediazione delle forze sociali. Privare il Paese di un organismo dove siedono 38 categorie produttive dei lavoratori, delle imprese, delle libere professioni e del terzo settore per un bacino di oltre 15 milioni di associati – prosegue Stella – significa azzerare la partecipazione sociale al processo legislativo e alla vita politica del Paese, che potrebbe degenerare in un’autarchia politica dalle conseguenze imprevedibili. Significa anche cancellare un anno di intenso lavoro sotto la guida del presidente Treu che ha avuto un riconoscimento unanime su temi fondamentali del mercato del lavoro, come il codice unico dei contratti collettivi nazionali, il monitoraggio dei Ccnl esistenti, il Comitato indipendente per la produttività, fino al ddl che punta ad ampliare gli strumenti di welfare a favore dei lavoratori autonomi, che prevede anche un ammortizzatore sociale universale finalizzato al sostegno di tutti i liberi professionisti», conclude Stella. «Le forze politiche devono prendere atto che oggi il Cnel è uno spazio di confronto tra i tradizionali mondi della rappresentanza e i nuovi modelli della domanda sociale ed è una risorsa essenziale per la democrazia e la coesione sociale del nostro Paese».
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