Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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Gestione d’azienda, dai commercialisti un focus sul calzaturiero

Consiglio e Fondazione nazionali della categoria pubblicano un documento che ipotizza un modello di analisi della gestione aziendale specifico per il settore.

Gestione d’azienda, dai commercialisti un focus sul calzaturiero

Il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato il documento “Le imprese del comparto calzaturiero. Trend di mercato e spunti di riflessione per un modello di analisi della gestione aziendale”. Il documento inaugura una nuova linea di ricerca che intende avvalersi del contributo di professionisti specializzati, e di partnership con il mondo imprenditoriale e finanziario, nell’analisi e nello studio dei cluster d’impresa per sviluppare una serie di modelli di analisi gestionale delle imprese stesse utile ai fini della compliance sugli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili dell’impresa.

 Il primo focus è dedicato al calzaturiero, uno dei settori più tipici della manifattura distrettuale italiana e al tempo stesso uno dei settori più colpiti dai processi di riorganizzazione produttiva a livello nazionale e internazionale a seguito delle crisi economiche, alla de-globalizzazione in atto a livello planetario e alle conseguenze in termini di ristrutturazione delle catene del valore.

 “Riteniamo importante affrontare il tema della compliance aziendale e degli adeguati assetti – scrivono nella prefazione al documento i due consiglieri nazionali dei commercialisti delegati a compliance e modelli organizzativi delle imprese, Fabrizio Escheri e Eliana Quintili – tenendo conto della realtà imprenditoriale italiana e, quindi, valorizzando la cultura professionale coltivata nell’ambito di specifiche filiere e cluster d’impresa. Il comparto calzaturiero – aggiungono – è stato interessato da una lunga crisi di settore che ha letteralmente spazzato via imprese e posti di lavoro per via di una delocalizzazione produttiva incontrollata spinta dalla forte concorrenza dei paesi produttori asiatici, ma anche dal calo della domanda estera da parte di paesi importanti come Germania e Russia, che hanno via via spostato la loro attenzione dalla qualità del prodotto al prezzo di vendita”.

 Le aziende che hanno retto alle varie crisi che si sono succedute nel corso degli anni “hanno affrontato importanti processi di ristrutturazione e/o di riorganizzazione sfruttando, in particolare, l’innovazione, di prodotto e di processo e rafforzando la loro presenza sul mercato sia interno sia internazionale. L’impressione, però, è che la crescita del settore, particolarmente concentrata sui processi innovativi, sia associata ad una minore attenzione verso i modelli organizzativi e, soprattutto, verso assetti amministrativi e gestionali più efficienti e in grado di supportare i processi di crescita in atto”, aggiungono i due consiglieri. Anche per questo motivo il documento presenta un’ipotesi di modello di analisi della gestione aziendale specifico per il settore calzaturiero.

 “In questo contesto – concludono – diventa strategico valorizzare e promuovere la figura del commercialista quale consulente in grado di affiancare l’impresa nel processo di crescita e di sviluppo grazie alle sue conoscenze ed esperienze nell’ambito delle aree specialistiche della corporate governance e, in particolare, della compliance aziendale e degli adeguati assetti. Tutto ciò acquista ancora maggior valore alla luce della nuova normativa sulla crisi d’impresa, considerato che l’art. 2086, secondo comma, c.c., impone all’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e che il d.lgs. n. 231/2001 ai fini dell’esclusione dalla responsabilità prevede l’adozione di modelli di organizzazione, gestione e controllo da parte delle società. Per questo comparto, inoltre, la figura del commercialista sarà importante anche per sensibilizzare le aziende a porre attenzione ai fattori ESG”.

 

 

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