Stretta sulle compensazioni: rischio liquidità per imprese e professionisti
L’Anc critica l’art. 26 della Legge di Bilancio 2026: il divieto di compensazione dei crediti d’imposta con contributi previdenziali minaccia equilibrio finanziario e fiducia tra contribuenti e Stato.
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L’Associazione Nazionale Commercialisti (Anc) manifesta forte preoccupazione per gli effetti dell’articolo 26 della Legge di Bilancio 2026, che vieterebbe dal 1° luglio 2026 l’utilizzo in compensazione tramite F24 dei crediti d’imposta agevolativi (come Industria 4.0, Transizione 5.0, Ricerca e Sviluppo) con i debiti previdenziali e assicurativi.
Il divieto riguarderebbe anche i crediti ceduti a terzi.
Pur riconoscendo le finalità antifrode della misura, l’ANC denuncia che essa colpisce anche i crediti legittimi, penalizzando imprese e professionisti onesti e mettendo a rischio la liquidità e la programmazione finanziaria delle aziende.
“La compensazione è uno strumento fisiologico di equilibrio finanziario, non un privilegio” – afferma Marco Cuchel, Presidente Anc – “vietarla in modo generalizzato significa punire chi rispetta le regole e minare la fiducia tra contribuente e Stato”.
Secondo l’Associazione, la norma rischia di avere un effetto devastante sull’economia reale, generando inefficienza, incertezza e difficoltà nella gestione aziendale.
L’Anc chiede quindi una revisione immediata del testo, per:
salvaguardare i crediti d’imposta maturati in buona fede,
garantire un sistema di compensazione trasparente, sicuro e funzionale.
Anc Comunicazione
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