Anno: XXVI - Numero 204    
Giovedì 24 Ottobre 2025 ore 14:20
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Commercialisti protagonisti del cambiamento: tra manovra 2026, IA e riforme per il futuro

Termina oggi ai Magazzini del Cotone di Genova hanno ospitato il Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Tre giorni di confronto su innovazione, semplificazione fiscale e intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rendere la categoria sempre più centrale nelle scelte economiche del Paese.

Commercialisti protagonisti del cambiamento: tra manovra 2026, IA e riforme per il futuro

Per tre giorni, dal 22 al 24 ottobre, il porto antico si è trasformato in un crocevia di idee, visioni e prospettive. Oltre mille partecipanti, decine di relatori, rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico si sono ritrovati per il Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, organizzato dal Cndcec e intitolato “Concretizzare il cambiamento: esperienze, innovazioni, risultati”.

Un titolo che non è solo uno slogan, ma la dichiarazione d’intenti di una categoria che vuole spingersi oltre la retorica delle riforme, per trasformare la complessità economica e normativa in terreno di azione concreta. “La parola chiave di questo triennio deve essere concretezza”, ha affermato il presidente Elbano De Nuccio nel suo intervento inaugurale. “È il momento di passare dalle proposte ai risultati, dalle idee ai fatti. Solo così potremo restituire fiducia alle imprese, ai cittadini e alle istituzioni”.

Dietro quella parola, “concretezza”, si muove un mondo professionale composto da oltre 121.000 iscritti e 11.000 praticanti, chiamato oggi a rinnovarsi profondamente. I commercialisti non sono più solo custodi dei conti, ma interpreti del cambiamento: protagonisti della transizione digitale, garanti di legalità, consulenti per la sostenibilità e la gestione dei rischi.

La cornice del congresso è stata anche l’occasione per una riflessione ampia sulla Manovra economica 2026, accolta con favore dalla categoria per il suo potenziale di rilancio del tessuto produttivo. Tra le misure più apprezzate: la riduzione dell’aliquota IRPEF dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, la reintroduzione di super e iper-ammortamenti per gli investimenti tecnologici e digitali, e il rifinanziamento del credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali e le Zone Logistiche Semplificate. “È una manovra che va nella direzione giusta”, ha osservato De Nuccio, “ma la vera riforma fiscale dovrà puntare alla semplificazione. La stratificazione di norme, deduzioni e detrazioni rischia di rendere invisibili i benefici per i contribuenti e di ostacolare la competitività delle imprese”.

Uno dei passaggi più significativi dell’evento è stato l’annuncio della creazione di sportelli dedicati ai commercialisti presso le sedi territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Una misura, frutto della collaborazione con il direttore Vincenzo Carbone, che punta a migliorare il dialogo tecnico con l’Amministrazione finanziaria, garantire trasparenza e ridurre il contenzioso. Una “corsia privilegiata” — come l’ha definita lo stesso De Nuccio — che riconosce al commercialista un ruolo strategico di intermediazione tra Stato e contribuente, fondato su competenza e responsabilità.

Ma il congresso di Genova è stato anche un luogo di confronto su una sfida ben più ampia: quella dell’intelligenza artificiale. L’IA è ormai entrata nel linguaggio quotidiano della professione, ma per i commercialisti rappresenta qualcosa di più di una moda tecnologica. È uno strumento che può ampliare le capacità di analisi, ottimizzare i processi e migliorare la qualità dei servizi, a patto però di essere gestito con consapevolezza. “L’intelligenza artificiale non è un nuovo tiranno”, ha spiegato De Nuccio, “ma può diventare un potente alleato. La differenza la farà la preparazione con cui la categoria saprà affrontarla, tanto sul piano tecnico quanto su quello etico e normativo”.

Per i professionisti si apre quindi una stagione in cui le competenze dovranno integrarsi: tecnologiche, per comprendere la logica degli algoritmi e dei modelli predittivi, ma anche giuridiche e di cybersecurity, per garantire la tutela dei dati e la sicurezza dei sistemi. Una sfida che impone una riflessione organizzativa profonda: l’adozione di strumenti digitali e di intelligenza artificiale richiede investimenti che pochi studi possono affrontare da soli. Da qui la spinta verso nuove forme di aggregazione professionale, come studi associati, società tra professionisti e network specializzati, capaci di condividere risorse e know-how.

Accanto all’innovazione tecnologica, il congresso ha posto al centro un tema cruciale: quello dell’antiriciclaggio, che per la categoria rappresenta non solo un obbligo normativo, ma un presidio di legalità. Le Regole Tecniche 2025, presentate da Gabriella Viggiano e Annalisa De Vivo, introducono un cambio di paradigma: non più una compliance formale e burocratica, ma una valutazione sostanziale del rischio. La prevenzione, hanno spiegato le relatrici, deve basarsi su una conoscenza approfondita del cliente, sull’analisi personalizzata dei flussi e su un monitoraggio costante, con audit interni e formazione continua del personale. In questa logica, la segnalazione di operazioni sospette non è più un atto isolato, ma l’esito coerente di un processo di consapevolezza.

Nel suo intervento conclusivo, De Nuccio ha tracciato un bilancio del lavoro svolto dal Consiglio nazionale negli ultimi anni: dalla limitazione della responsabilità civile dei sindaci al riconoscimento di nuove competenze esclusive in materia di tax control framework e sostenibilità; dall’avvio della riforma dell’ordinamento professionale (Dlgs 139/2005) alla creazione di una piattaforma digitale nazionale a supporto degli Ordini locali; fino al ricorso contro l’Ispettorato del Lavoro per l’asseverazione Asse.Co. e alla richiesta di riportare il Registro dei revisori legali sotto la competenza del CNDCEC.

Guardando avanti, la categoria sembra aver scelto una rotta chiara, fondata su tre parole chiave: innovazione, formazione, istituzionalità. Innovazione come leva di competitività e semplificazione; formazione come garanzia di competenza e responsabilità; istituzionalità come riconoscimento del ruolo del commercialista quale garante di legalità e correttezza economica.

Il Congresso di Genova ha segnato, in questo senso, un punto di svolta. Non solo un momento di confronto, ma un laboratorio di idee e di futuro per una professione che, nel pieno della trasformazione digitale e normativa, ha deciso di non limitarsi a interpretare il cambiamento: vuole concretizzarlo.

 

 

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