Rumors dal pre-Conclave.
In vista del Conclave si inizia a valutare il peso elettorale dei "papabili".
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La Chiesa appare quanto mai spaccata tra progressisti e conservatori.
Cinquantanove provengono dall’Europa (19 dall’Italia), 37 dalle Americhe (16 dal Nord, quattro dal Centro, 17 dal Sud), 20 dall’Asia, 16 dall’Africa, 3 dall’Oceania. Sta per aprirsi un conclave senza reali papabili ma con, almeno, tre “kingmaker”
Il cardinale Zuppi, spinto dal “partito” di Sant’Egidio, avrebbe un pacchetto di 25-30 voti di partenza.
Il segretario di stato Pietro Parolin disporrebbe del gradimento di 15-20 cardinali.
La porpora francese Jean-Marc Aveline, 66enne presidente della conferenza episcopale francese, può contare su un bottino di 25 voti.
Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle ha i 20 voti delle eminenze asiatiche. Voteranno 133 cardinali, servono 92 preferenze. Intanto, tra grandi manovre in pieno svolgimento, dilagano voci malevole e strumentali sui problemi di salute dei nomi più in vista del sacro collegio.
Come già in passato, si attribuiscono l’uso di psicofarmaci e patologie croniche per bruciare ipotesi di successione.
Il pre-conclave si svolge in cene riservate, riunioni discreti a margine delle congregazioni generali nelle quali i cardinali discutono ufficialmente più di temi che di nomi. Ma poi le idee devono camminare sulle gambe delle persone e perciò si lavora a identikit di candidati credibili, potenzialmente in grado di mettere a terra i programmi in discussione ora nei sacri palazzi. La scelta è tra ricalcare i passi del Papa scomparso lunedì o intraprendere una strada diversa.
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