Anno: XXV - Numero 83    
Martedì 14 Maggio 2024 ore 13:00
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Previdenza farmacisti. Impatto capitali, riduzione platea contributiva, reddito percepito, tra i nodi da affrontare

L'Enpaf in audizione in Commissione di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza, in merito all'indagine sulla funzionalità del sistema previdenziale complementare

Previdenza farmacisti. Impatto capitali, riduzione platea contributiva, reddito percepito, tra i nodi da affrontare

Doppia contribuzione obbligatoria, inscindibilità dell’iscrizione all’Albo dei farmacisti e all’Ente di previdenza, contribuzione fissa non correlata al reddito. Sono questi alcuni dei temi affrontati durante l’audizione di Emilio Croce, presidente dell’Enpaf, in Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, in merito all’indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale complementare, con particolare riferimento all’efficienza del servizio, alle prestazioni fornite e all’equilibrio delle gestioni.

Audizione Enpaf: affrontati i nodi aperti del sistema previdenziale professionale

«Il sistema previdenziale dell’Ente» è stato l’intervento di Croce «è a prestazione definita, con contribuzione fissa uguale per tutti gli iscritti – forfettaria e non correlata a reddito -, ma con la possibilità di applicare, su richiesta, una riduzione per chi sia in possesso di determinati requisiti. In particolare, oltre alla contribuzione intera, è previsto che l’iscritto possa beneficiare della riduzione del 33%, 50%, 85% o del contributo di solidarietà, fissato al 3 o all’1% della quota intera. In sostanza, in relazione all’attività del professionista svolta in regime di dipendenza, cioè per chi è iscritto ad altra forma pensionistica, vengono riconosciute tutte le aliquote di riduzione fino al contributo di solidarietà al 3%».

In riferimento alla questione della doppia contribuzione obbligatoria per il farmacista dipendente, «questa è prevista per legge. Va comunque rilevato che nel 2020 è stata fatta una specifica interrogazione alla Commissione europea e la risposta del Commissario – arrivata a febbraio 2021 – è stata che non è in contrasto con il diritto Ue. Il Commissario ha osservato che in molti Stati membri i lavoratori subordinati possono essere tenuti all’iscrizione a un regime pensionistico professionale, oltre che pubblico».

Tra i temi lo status di disoccupato. Croce: Ora c’è carenza di organico

Una riflessione, nello specifico, è andata poi allo stato di disoccupazione: «Le stesse riduzione sono riconosciute anche in caso di disoccupazione temporanea e involontaria, compreso il contributo di solidarietà all’1%. Il contributo di solidarietà (all’1 o al 3%), va ricordato, non è utile ai fini pensionistici ed è accessibile a coloro che si sono iscritti per la prima volta a partire dal gennaio 2004». Va rilevato che «in tutte le casse professionali, gli obblighi sono sganciati dall’effettivo esercizio attività, ma sono in ragione dell’iscrizione. In qualsiasi ordinamento anche per il disoccupato emerge comunque un obbligo contributivo. L’Enpaf, in questo senso, è l’unica cassa professionale che ha cercato di mitigare la contribuzione per chi è in difficoltà e che riconosce nel proprio ordinamento la posizione di disoccupato». Il contributo di solidarietà «è previsto per un periodo massimo di 5 anni, passato il quale l’aliquota di riduzione passa al 50%. Ma per il disoccupato c’è comunque la possibilità di richiedere la cancellazione dall’Albo per poi iscriversi nuovamente a fronte di una proposta di lavoro». Va ricordato comunque che «l’Ente aveva elevato il periodo massimo di disoccupazione a 7 anni, ma i Ministeri Vigilanti avevano ritenuto di circoscrivere la misura al solo triennio 16-18.»
Peraltro, «quando tale misura era stata introdotta, la volontà espressa dal Consiglio dell’Ente» ha aggiunto Marco Lazzaro, Direttore Generale Enpaf «era quella di estenderlo a tutti i nuovi iscritti e a coloro che già erano in riduzione come dipendenti. Ma la proposta non è stata approvata dalla Ragioneria dello Stato». «Ciò detto, qualora vi fosse assenso dei Ministeri, non sarà l’Ente a ritenere insuperabile il limite temporale della disoccupazione».
Al momento, a ogni modo, continua Croce, «nel settore, la disoccupazione è ai minimi, tanto che, nel settore privato e in quello pubblico, farmacie, imprese, aziende sanitarie hanno difficoltà a reperire personale laureato. Dai nostri archivi, al 31 dicembre, risultava in stato di disoccupazione l’1,5% degli iscritti, mentre oggi tale percentuale si è ulteriormente ridotta. A Roma, per fare un esempio, ci sono oltre 250 farmacie che cercano un collaboratore e non lo trovano».

Inscindibilità iscrizione Albo-Ente e contribuzione fissa al centro

Tra le altre questioni affrontate, c’è stata anche quella della inscindibilità dell’iscrizione all’albo e all’Ente «che deriva sempre da norme di legge. Modifiche di questo livello sono di competenza parlamentare». Per altro, ha ripreso la parola Lazzaro «occorrerebbe porsi alcune questioni: che fine farebbero i contributi versati fino a quel momento? Sarebbe comunque garantito l’equilibrio nel medio lungo periodo della cassa?».
Quanto alla correlazione della contribuzione al reddito percepito «occorre fare una distinzione tra titolari e dipendenti» continua Lazzaro. «Per i dipendenti, la misura andrebbe a sovrapporsi alla quota dell’Inps, mentre per i titolari va ricordato che l’Enpaf rappresenta l’unica forma pensionistica. Qualsiasi modifica va valutata in termini di impatti previdenziali». A fronte di proposte parlamentari, conclude Croce, «c’è da parte dell’Ente apertura, ma la componente che ha in capo la contribuzione maggiore all’Ente andrà coinvolta. Andranno fatte valutazioni, anche in riferimento al fatto se saranno o meno oneri deducibili». C’è infine un aspetto da tenere sotto controllo nel lungo periodo: «C’è la necessità di capire gli impatti nel lungo periodo della legge Concorrenza, con l’apertura del settore ai capitali. Le farmacie di capitale stanno crescendo, così come aumenta l’interesse di gruppi finanziari. Questo ha ripercussioni sulla platea dei contribuenti che hanno solo l’Enpaf come ente di previdenza. Si tratta di un tema che l’Ente dovrà affrontare nei prossimi anni»

Da Farmacisti33.

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