Anno: XXV - Numero 135    
Venerdì 26 Luglio 2024 ore 13:30
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Le Casse, una realtà di grande rilievo

A sostenerlo, dal palco degli Stati Generali AdEPP, sia la Ministra del lavoro, Marina Calderone, sia il Sottosegretario al Mef, Federico Freni.

Le Casse, una realtà di grande rilievo

“Io credo – ha detto la Ministra- che non ci sia al mondo miglior reputazione di quella delle Casse professionali. Credo che sia importante, per contenere quelle che sono state le spinte a portare fuori dalla professione e il potenziale dei professionisti, dare degli strumenti che consentano anche di poter fare la professione non rinunciandovi perché magari non si riesce a gestire tutte le esigenze della vita quotidiana.

E in un luogo come questo sono felice di sentirmi a casa” ha detto il numero uno del Ministero del lavoro ribadendo la sua appartenenza al mondo dei professionisti e alla Cassa di previdenza dei consulenti del lavoro, cogliendo l’occasione per salutare e ringraziare per il lavoro svolto il Presidente uscente dell’Enpacl, Alessandro Visparelli.

Guardiamo un attimo a quello che avviene nel mondo delle professioni – ha detto la Ministra – È proprio il lavoro autonomo quello che soffre di più. E vanno sostenuti i giovani perché sono quelli che soffrono di più, che abbandonano prima perché non riescono a trovare una loro dimensione lavorativa e economica che possa premiare i tanti sacrifici fatti, da loro e dalle loro famiglie, per concludere un percorso con un’abilitazione alla professione. Alla professione si arriva tardi e a volte ci si rimane poco. Il cambiamento di distribuzione di fasce d’età nel numero dei nostri iscritti poi comporta un ragionamento assolutamente necessario anche sulla tenuta dei sistemi previdenziali, su quelle che sono le prospettive. Oggi le donne sono quelle che hanno il maggior numero di cancellazione nei primi anni perché magari ci sono difficoltà legate alla conciliazione vita/ lavoro.

Le donne inoltre hanno una difficoltà sul fronte dei redditi perché il differenziale salariale di genere si salda con quello che è il tema e la difficoltà di conciliare il lavoro professionale con la vita. Ed ecco che è importante il ruolo che svolgono gli Enti di previdenza privati. Importantissima la funzione delle nostre Casse di previdenza nel momento in cui non sono solo e esclusivamente gestori di previdenza ma di welfare a 360°”.

Quel welfare che le Casse hanno trasformato, in questi anni, da assistenziale a pro-lavorativo e sul quale, come sottolineato anche dal Presidente AdEPP, investono sempre di più.

Investimenti che per il Sottosegretario al Mef dovrebbero riguardare l’economia reale del nostro Paese.

Perché se da una parte Freni definisce le Casse di previdenza “una realtà di grande calibro” dall’altra sottolinea che “è giunto il momento che questi investimenti, pur partendo dall’ovvia necessità del rendimento perché nessuno qui fa beneficenza e se l’investimento non rende non si pagano le pensioni, seguano un modello di investimento che sia un po’ diverso da quello attuale. Io ho apprezzato lo sforzo del sistema delle Casse quando nelle ultime operazioni istituzionali si sono messe tutte insieme, hanno lavorato congiuntamente per fare tanti investimenti, partecipando ragionevolmente in modo compatto in tutti quelli che sono stati investimenti importanti nel sistema Paese.

Però forse non basta – ribadisce il Sottosegretario – perché mancano gli strumenti. Quando c’è un’operazione istituzionale si fa con il cappello in mano il giro delle sette chiese, si sollecita dell’una o l’altra Cassa, eppure se esistesse un sistema di accentramento della gestione degli investimenti, se esistesse una scatola dove far confluire gli investimenti e nella quale anche le Casse potrebbero partecipare, probabilmente esisterebbero maggiori strumenti per garantire una fluidità degli investimenti. Perché ferma e sovrana l’autonomia delle casse, nessuno più di me si è speso per difenderla, una razionalizzazione del sistema degli investimenti può essere utile. Ma non una razionalizzazione di dove si mettono i soldi ma di come. Dove lo decidete voi, come forse dobbiamo essere noi a fornirvi degli strumenti normativi per garantire una maggiore fluidità, per garantire la possibilità che esista un eco sistema degli investimenti non accentrato ma quantomeno ragionato dove si possano indicare quale che sono le priorità del sistema Paese e dove voi possiate legittimamente valutare le priorità del Sistema Paese.

Ora che questa scatola si chiami fondo dei fondi, Pippo Pluto o Paperino, io credo che sia il momento di lanciarci verso tutto questo. Anche perché è finito il tempo del debito. Questo è il tempo dell’equity che ci può dare quello slancio necessario.

In quest’ottica la domanda che può sorgere spontanea è “Ma insomma le Casse hanno fatto tanto”. Sì è vero. Le Casse non hanno fatto tanto ma tantissimo. Io sono convinto che da qui a qualche tempo noi potremmo dire che le Casse sono investitori istituzionali assolutamente maturi. Mi piacerebbe venire qui l’anno prossimo a poter dire cosa abbiamo fatto in quest’ottica di fornirvi gli strumenti perché ripeto la volontà c’è ed è dimostrata dai fatti, mancano gli strumenti.

Vi lascio con un invito. A ragionare non tanto sulal dinamica degli investimenti, non tanto sui sottostanti che dipendono solo in parte dalla nostra volontà, e certamente solo in parte dalla vostra, ma su quello che può essere il futuro delle Casse. Ci sono tante cose che si potrebbero dire – ha concluso Freni – visto che la tenuta del sistema previdenziale privato non può essere messa in discussione, anzi direi che non vedo nessun problema in merito, è opportuno avviare una riflessione sulla dinamica demografica. Siamo di fronte ad uno snodo storico in cui o approcciamo determinate questioni con una dose di coraggio oppure è meglio che facciamo altro”.

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