La voce dell’AdEPP in Europa: impegno attivo per la sostenibilità dei sistemi
Nel corso dell’ultimo anno, l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati ha intensificato il dialogo con le istituzioni europee per affrontare le sfide legate alla sostenibilità economica, sociale e pensionistica a livello nazionale e internazionale.
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Intervenendo nel workshop su demografia e sostenibilità e adeguatezza dei sistemi pensionistici, organizzato a Bruxelles dalla piattaforma europea della sicurezza sociale (ESIP), AdEPP ha richiamato l’attenzione dei rappresentanti della Commissione europea (DG EMPL) sulle sfide che l’invecchiamento demografico per i sistemi di previdenza (e non solo). Innanzitutto, per la pianificazione che richiede misure a lungo termine che sono molto complesse, in particolare, in Paesi come l’Italia, dove l’inverno demografico è ben visibile (le Casse sono tenute a garantire la sostenibilità dei bilanci a 50 anni, un evidente anacronismo). L’aumento del numero di pensionati si accompagna all’allungamento dell’aspettativa di vita, con la conseguente estensione del periodo di erogazione della pensione, aggiungendo un ulteriore livello di complessità per l’equilibrio dei bilanci previdenziali. AdEPP ha evidenziato la gravità delle sfide derivanti dal rapido cambiamento del mercato del lavoro, ossia, le carriere atipiche dei giovani – compresi i giovani professionisti – e le nuove tipologie di lavoro, che impediscono una capitalizzazione contributiva sufficiente.
Tutti questi fattori, ha ribadito AdEPP, incidono non solo sulle pensioni contributive ma, anche, sull’offerta di assistenza e cura per le persone anziane, cui viene via via meno il supporto del cosiddetto “welfare familiare” eroso dalle dinamiche sociali in atto (riduzione dei nuclei familiari e della loro ampiezza, mobilità nazionale e transnazionale delle giovani generazioni, migrazioni verso i grandi centri urbani). Né sembra poter frenare questa tendenza demografica e sociale, la proposta della Commissione di favorire l’immigrazione in Europa di figure altamente professionalizzate da paesi terzi, con il programma “EU Talent Pool”, soprattutto, se queste migrazioni non si accompagnano a una partecipazione attiva all’economia formale.
In questo contesto, AdEPP ha chiesto con forza alle istituzioni europee di sollecitare gli Stati membri a monitorare le rapide trasformazioni che la società e il mondo del lavoro stanno subendo, al fine di attuare le politiche occupazionali più appropriate che, in ultima analisi, possono avere un impatto sui sistemi di protezione sociale. In questa ottica, contribuisce alla stabilità e sostenibilità dei sistemi pensionistici e all’adeguatezza presente e futura delle prestazioni, la garanzia di carriere lavorative stabili per le giovani generazioni, anche attraverso nuove risorse e strumenti per la formazione e l’aggiornamento continuo delle competenze, direttamente gestiti dall’Unione europea sul modello dello strumento SURE che durante la pandemia di COVID-19 ha salvaguardato i redditi di dipendenti e professionisti.
Il 19 novembre scorso, AdEPP ha organizzato a Bruxelles la conferenza sul tema “Beyond E: Investing responsibly in support of the European Economy” in collaborazione con ABV (l’associazione delle casse di previdenza tedesche). Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni comunitarie, dirigenti delle casse italiane e tedesche, esperti del mondo universitario e del settore finanziario. La Vicepresidente di AdEPP, Tiziana Stallone, nell’aprire i lavori ha sottolineato come il tema dell’integrazione della “S” degli ESG negli investimenti sia di particolare rilievo per le casse italiane che sono tra gli “attori principali della protezione sociale e al contempo agiscono come attori finanziari, investendo in società quotate (Enel, Intesa Sp, Bpm, Mediobanca, Poste), per produrre reddito ma anche per sostenere l’economia reale del Paese” considerato che gli iscritti esercitano la professione intellettuale proprio nell’economia reale. Al centro delle strategie di investimento degli enti di previdenza privata, quindi, devono esserci “il miglioramento dei rendimenti ma anche il benessere degli iscritti” e, più in generale, della società. Ciò significa “non solo garantire il sostegno agli iscritti con rendimenti pensionistici futuri sostenibili e adeguati, ma anche guardare agli impatti positivi di questi investimenti nella società in cui operano i liberi professionisti”. Oltre a presentare in breve i “numeri” delle casse di previdenza, Stallone ha citato alcuni esempi dimostrativi del peso del fattore sociale (S) nelle rispettive decisioni di investimento: in primo luogo, gli investimenti in aziende con prassi di lavoro inclusive; quindi gli investimenti in “social bonds”, progetti che hanno obiettivi sociali come, ad esempio, il miglioramento dell’accesso alle cure e all’istruzione; gli investimenti finanziari in iniziative per alloggi a prezzi accessibili e altri servizi comunitari; e, infine, gli investimenti in tecnologie per la salute e l’istruzione, affinché siano sviluppate tecnologie e strumenti di supporto anche all’attività dei propri iscritti (come la telemedicina o le piattaforme di apprendimento online per i professionisti di oggi e di domani). Ai panel dell’evento hanno preso parte anche rappresentati di INARCASSA e di ENPAM che hanno illustrato, rispettivamente, la strategia per la promozione degli obiettivi sociali nelle scelte di investimento di Inarcassa, anche grazie a una costante verifica dell’allineamento della strategia agli standard internazionali, e la composizione del portafoglio della Fondazione Enpam in patrimonio immobiliare e infrastrutture nonché la strategia seguita nella scelta del profilo di rischio e di rendimento ritenuta più appropriata. Come investitori istituzionali le Casse hanno ribadito ai rappresentanti delle Istituzioni europee la necessità di un quadro regolamentare chiaro, anche a garanzia della trasparenza degli investimenti in venture capital sulle PMI (che al momento appaiono troppo rischiosi per le casse che devono garantire la sostenibilità dei loro sistemi pensionistici a 30 e 50 anni). Un quadro comune sul calcolo del rischio potrebbe essere utile allo scopo e sistemi di rendicontazione che non mutino troppo repentinamente. Stallone ha ricordato il recente position paper di AdEPP sull’impatto dell’IA sul mercato del lavoro e delle libere professioni e ha chiesto al rappresentante della Commissione europea, il Direttore Haag (DG FISMA), di farsi parte attiva per la creazione di uno nuovo strumento europeo per la formazione permanente in grado di attrezzare le persone, e i liberi professionisti e professioniste, per rispondere alla “crisi sistemica” provocata dall’IA nel mercato del lavoro europeo e per favorire la transizione digitale promuovendo la convergenza verso l’alto delle competenze in tutta l’UE. Haag ha mostrato apprezzamento per l’impegno degli enti di previdenza privata nel sostenere le rispettive platee, per esempio nella formazione per le transizioni digitali e tecnologiche, ed ha affermato che qualora si fosse in presenza di una linea guida europea in questo ambito, allora potrebbero essere individuati come sostenibili anche i relativi investimenti.
Nel corso del Comitato EurelPro di ESIP (Bruxelles, 10 dicembre 2024), le Casse di previdenza dei professionisti di vari Stati membri hanno incontrato rappresentanti della Commissione europea (DG Employment) per una discussione approfondita sull’iniziativa “EU Talent Pool” il cui obiettivo è ovviare alla carenza di manodopera e competenze nell’UE. Le motivazioni della Commissione sono di ordine geopolitico, connesse alle transizioni verde, demografica e digitale. Nel regolamento dell’iniziativa Talent Pool è presente una lista di lavori (in continuo aggiornamento) per i quali si registrano carenze di manodopera nell’UE (a tutti i livelli di competenze): dalle professioni regolamentate (ingegneri, medici, infermieri, ingegneri informatici) ai lavori “manuali” (cuochi, camerieri, muratori). Al termine dell’incontro le Casse dei professionisti hanno chiesto alla Commissione (DG EMPL) di coinvolgere i rappresentanti delle professioni ordinistiche e delle Casse nel costituendo Steering Group di EU Talent Pool, al fine di contribuire all’identificazione delle misure per attrarre professionisti e professioniste da paesi terzi in possesso delle idonee e certificate competenze professionali, non ultimo, per assicurare il necessario ricambio generazionale e la sostenibilità dei bilanci attuariali delle Casse di previdenza.
Il 19 e 20 febbraio, AdEPP ha incontrato alcuni parlamentari europei e il Direttore della DG EMPL, Mario Nava, per presentare il Position paper “Intelligenza artificiale e mercati del lavoro” con la proposta di un nuovo strumento europeo per la formazione sul modello di SURE. Partendo dalla constatazione della continua evoluzione del mercato del lavoro autonomo, AdEPP chiede di dedicare specifica attenzione alle professioni ordinistiche, erose e “minacciate” dal comparire di nuove figure professionali – non inquadrabili nella classificazione delle professioni più tradizionale. Come effetto diretto della robotizzazione/digitalizzazione di diversi task che caratterizzano l’attività professionale, i “knowledge workers” potrebbero perdere il 50 per cento delle attività o il 50 per cento dei lavoratori. Tale processo comporta il rischio di perdita di valore economico e sociale derivante dalla sostituibilità (effettiva o teorica), da parte di una macchina o di un algoritmo, di una attività o ritagli di essa. Per prevenire o limitare tale effetto di spiazzamento, è importante prevedere i futuri cambiamenti nei fabbisogni, aggiornando le classificazioni e le tassonomie delle professioni, ma mantenendo intatti valore ed etica della professione liberale. E’ inoltre, necessario secondo AdEPP ripensare le politiche della formazione, adattando i programmi di studio e la formazione continua anche di quelle professioni altamente qualificate che sono colpite dall’impatto dell’IA. AdEPP propone l’istituzione di un nuovo strumento permanente europeo per la formazione in grado di rispondere alla “crisi sistemica” determinata dall’IA nel mercato del lavoro dell’UE, e di accompagnare la transizione digitale favorendo la “convergenza” verso l’alto delle competenze in tutta l’Unione. Lo strumento sarebbe utilizzabile – su richiesta degli Stati membri – da parte dei singoli cittadini e cittadine, da istituzioni e corpi intermedi rappresentativi di lavoratori e professionisti, garantendo una risposta temporanea, unitaria e, al contempo, flessibile in tutta l’UE, come avvenuto nell’emergenza della pandemia di Covid-19, quando la risposta unitaria dell’UE si è concretizzata nello strumento SURE, per attenuare i rischi di disoccupazione (esperienza di successo che ha mantenuto sul posto di lavoro circa 21 milioni lavoratori e professionisti nell’UE). Sia i parlamentari che il direttore Nava hanno dimostrato interesse per la proposta e per le attività di AdEPP nei confronti delle platee di riferimento, pur segnalando che le politiche prettamente previdenziali sono competenza dei governi nazionali. È stato fatto cenno alla prossima uscita della strategia “Unione delle Competenze” e della nuova strategia del Mercato unico che combinano il concetto di competenza a quelli di competitività e mobilità anche dei servizi professionali.
AdEPP sostiene le richieste presentate alla Commissione nel comunicato di ESIP sul nuovo bilancio pluriennale dell’UE 2028-2034. Nel comunicato, si chiede di assicurare risorse proporzionate al settore della previdenza che, come noto, garantisce servizi essenziali nell’UE: dal sostegno alla mobilità transfrontaliera alla garanzia dell’accesso all’assistenza sanitaria, alle pensioni e alle prestazioni familiari. Gli enti di previdenza associati in ESIP si impegnano ad attuare gli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali e dell’Agenda sociale di Porto, promuovendo l’accesso all’assistenza sanitaria e alla sicurezza sociale, in generale, secondo il principio fondamentale di solidarietà. Tuttavia, queste attività necessitano di adeguate risorse economiche. ESIP, pertanto, invita gli Stati membri, riuniti nel Consiglio europeo, e il Parlamento europeo a rafforzare il sostegno alle priorità inclusive e socialmente orientate del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP), al fine di garantire che standard di vita dignitosi, posti di lavoro di qualità e sistemi di protezione sociale resilienti restino al centro dell’agenda dell’UE nel settennio post-2027.
Per quanto concerne il prossimo futuro, dopo l’estate AdEPP sarà impegnata in Europa per una serie di eventi. Nel prossimo mese di ottobre, AdEPP organizza a Bruxelles, in collaborazione con ABV, la Conferenza europea sul tema “Simplification and the new Single Market Strategy: Opportunities for the Pension Schemes of Liberal Professions?”. La “competitività” e la “semplificazione” sono emerse come tematiche chiave del discorso politico europeo, al centro del decimo mandato dell’Unione. Nell’ambito di tale trasformazione normativa, la Commissione ha proposto la semplificazione della regolamentazione dell’UE attraverso i suoi pacchetti “Omnibus” e il rafforzamento della competitività, attraverso la nuova Strategia per il Mercato Unico. La conferenza, che si svolge all’interno del Parlamento europeo, vuole approfondire come queste proposte legislative potrebbero influenzare il panorama degli investimenti per gli investitori istituzionali e discutere le sfide e le opportunità derivanti da detti cambiamenti normativi per i regimi pensionistici delle libere professioni. La discussione beneficerà del coinvolgimento attivo di rappresentanti delle istituzioni europee, esperti indipendenti e rappresentanti dei regimi pensionistici delle libere professioni dei vari Stati membri.
Sempre a ottobre, AdEPP parteciperà al IV Forum di ESIP che si tiene a Bruxelles e quest’anno è incentrato sul contributo del settore della sicurezza sociale alla competitività e alla crescita dell’Europa. Il tema sarà analizzato dal punto di vista delle strategie per il finanziamento del “Welfare State” in Europa, del ruolo della sicurezza sociale nella preparazione alle crisi, della salute quale pilastro della sicurezza europea e della protezione sociale nell’era dell’intelligenza artificiale. Al forum parteciperanno rappresentanti degli enti di previdenza dei vari Stati membri, parlamentari europei, alti rappresentanti della Commissione europea, esperti universitari e delle organizzazioni internazionali.
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