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Bonus Sud negato e l'assordante silenzio delle Associazioni di categoria

Dopo lo “strappo” avvenuto il 19 aprile tutti ci saremmo attesi una rivolta dalle Associazioni di categoria di quegli imprenditori “traditi”

Bonus Sud negato e l'assordante silenzio delle Associazioni di categoria

Il denegato Bonus Sud – previsto dalla Legge Finanziaria, ma escluso da un decreto Anpal per le assunzioni da gennaio ad aprile 2019 – non ha solo creato una grossa frattura del rapporto fiduciario esistente tra imprese e professionisti con lo Stato. Ha anche ribadito e sottolineato una realtà tanto negativa quanto perdurante ormai da molto tempo. Dopo lo “strappo” avvenuto il 19 aprile tutti ci saremmo attesi una rivolta dalle Associazioni di categoria di quegli imprenditori “traditi”. Ci saremmo attesi una vibrata e palese protesta da parte di coloro che rappresentano e che quindi dovrebbero tutelare gli interessi dei propri iscritti. Eppure, ce ne sarebbero motivi per far alzare alto il grido di allarme e di dolore della parte produttiva del Paese. A parte quelli legati alle modalità scelte per rendere operativo il bonus, compreso il ritardo di quattro mesi nella emanazione del decreto, ve ne solo altri che afferiscono alle motivazioni addotte per giustificare il mancato riconoscimento dell’incentivo per le assunzioni precedenti alla data del decreto direttoriale. Vi è da dire che negli anni scorsi il medesimo bonus ha visto i relativi decreti puntualmente pubblicati a ridosso dell’inizio dell’anno, rendendo dunque subito operativo l’incentivo. Quest’anno invece no! La ricerca dei fondi ha posticipato la pubblicazione del decreto con relativa dichiarazione di irretroattività del beneficio, presumendo “l’eventuale diniego che gli organismi comunitari avrebbero opposto in sede di verifica e rendicontazione della spesa”. Ma la tesi circa l’impossibilità della efficacia retroattiva degli incentivi per le assunzioni, in realtà, non regge al confronto di misure analoghe in vigore presso alcune regioni. In Sicilia, ad esempio, è operativo l’avviso n. 21/2018 che incentiva le assunzioni di determinate categorie di lavoratori e finanziato con fondi europei del POR Sicilia 2014/2020. Il bando è stato pubblicato a giugno 2018 e “copre” le assunzioni a decorrere dal 1/6/2017. Stessa procedura per la regione Lazio che nel mese di aprile 2017 ha attuato un avviso pubblico a valere sul POR Lazio 2014/2020 che prevede un bonus di €. 8.000 per assunzioni effettuate a decorrere dal 1/1/17. Strumenti di finanziamento comunitari identici a quelli utilizzati per finanziare il Bonus Sud. Quindi, delle due ipotesi ne può valere solo una: o le Regioni si vedranno contestata la rendicontazione o il Bonus Sud potrebbe (e dovrebbe) essere retroattivo. Detto questo, ritorna il dubbio iniziale. Ma di chi è il compito di rappresentare e difendere gli interessi delle aziende, prevaricate da questi provvedimenti che ne ledono palesemente gli interessi economici? Non certo dei professionisti, anche se sono gli unici che si ribellano. Ma dalle Associazioni di categoria sino al momento c’è stato solo un assordante silenzio.

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