Anno: XXVI - Numero 248    
Lunedì 29 Dicembre 2025 ore 13:15
Resta aggiornato:

Home » Così gli inviamo a Gaza

Così gli inviamo a Gaza

Soldi dall'Italia ad Hamas, le banconote nascoste tra i macchinari medici.

Così gli inviamo a Gaza

Nelle intercettazioni emergono i dettagli sul sistema utilizzato dalla cellula per far arrivare i finanziamenti al gruppo terroristico: «Loro senza di noi non vanno avanti»

Denaro contante nascosto tra i container di apparecchi medicali: così i fondi raccolti in Italia per i palestinesi venivano dirottati a Gaza, in favore di Hamas. Questo quanto emerge dalle intercettazioni effettuate dalla Procura di Genova nell’ambito dell’indagine che ha portato a nove misure cautelari contro presunti sostenitori dell’organizzazione terroristica.

Il metodo: soldi nei container tra il materiale medico

Dal marzo scorso, quando Israele ha bloccato per undici settimane gli aiuti umanitari, il trasporto di fondi in contanti è diventato più difficile. Tuttavia, dalle conversazioni tra gli indagati raccolte dalla Finanza e dalla Digos, si ricostruisce come le spedizioni di denaro proseguissero celate dentro container di presidi sanitari. Il 4 febbraio 2024, Bassam Dawoud e un imam tunisino di Riva del Garda discutevano della missione imminente.

Dawoud affermava: «Alla fine di questo mese dovrebbe partire una delegazione verso Gaza. Andranno e porteranno con loro i soldi in contante (spallone, annotano gli inquirenti)». L’imam aggiungeva: «Stavamo pensando di mandare un container a Gaza, metterci apparecchi medici e altro. Possiamo unirci a voi per questa operazione?». Dawoud rispondeva: «Che Allah vi aiuti».

Accordi e pagamenti per il passaggio al confine

Nella stessa giornata, altri due indagati riferivano che ad attraversare i valichi arrivavano quotidianamente tra i 120 e i 150 camion. Per ottenere il transito, precisano gli investigatori, servivano pagamenti agli egiziani: 1,1 milioni di euro per acquisti all’esercito, più la retribuzione di 12 poliziotti di scorta mensile. Dai confini egiziani, i capitali transitavano verso Gaza sotto forma di «carovana benefica».

Il 20 marzo 2024, Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione palestinesi oggetto d’indagine, parlava di «dieci camion pronti e 3-4 borse piene di dollari». La richiesta di generi di prima necessità cambiava: «Nessuno vuole più farina, ce n’è in abbondanza», riferivano.

Il timore delle indagini e le strategie di elusione

Gli indagati manifestavano preoccupazione per eventuali intercettazioni, tanto che Hannoun dichiarava: «Sto pensando di rompere il pc dell’ufficio…ne compro uno nuovo, ci metto solo il file maker base, niente conti né altri dati». Ra’ed Dawoud, detto Abu Falastine, aggiungeva: «Se ad Abu Rashad hanno dato un anno, a noi ne daranno sei».

Nel tempo, per aggirare i blocchi dei conti, vengono fondate nuove associazioni: «La cupola d’oro» a Milano nel giugno 2023 e «La palma» a Bergamo nel gennaio 2025. Abu Falastine si occupava personalmente del trasporto di ingenti somme: 170mila euro in Turchia e 200mila in Egitto, secondo le dichiarazioni doganali.

Il motore del movimento: la rete dei finanziamenti

In una conversazione tra Awad Hannoun e Abu Falastine si ragiona sull’importanza cruciale della raccolta fondi: «Loro senza di noi vanno avanti?», domanda Abu Falastine e il fratello di Hannoun replica: «Noi… questo movimento è circolare…la nostra generazione si è sacrificata molto».

Khalil Abu Delah, rappresentante della «Cupola d’oro», chiarisce: «La strada del dialogo è per i traditori. Grazie a Dio che è nata Hamas».

di Valeria Di Corrado su Il Messaggero

 

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.