Anno: XXVI - Numero 228    
Mercoledì 26 Novembre 2025 ore 13:25
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L’Unione europea rilancia le pensioni integrative.

La Commissione introduce nuove regole e raccomandazioni per modernizzare i fondi integrativi, aumentare consapevolezza previdenziale e favorire strumenti semplici e accessibili a sostegno della futura sicurezza pensionistica di tutti cittadini.

L’Unione europea rilancia le pensioni integrative.

L’Unione europea accelera sulla modernizzazione delle pensioni integrative presentando un pacchetto organico pensato per rafforzare la capacità dei cittadini di costruirsi una rendita adeguata. Il progetto rientra nella strategia della Savings and Investments Union, che punta a rendere più solido e inclusivo l’ecosistema del risparmio previdenziale complementare, considerato essenziale in un contesto demografico caratterizzato da longevità crescente e carriere sempre meno lineari.

Secondo Bruxelles, uno degli ostacoli principali è la scarsa consapevolezza dei lavoratori riguardo ai propri diritti futuri. Per questo la Commissione invita gli Stati membri a sviluppare sistemi di pension tracking completi, capaci di mostrare in un unico punto le prestazioni attese da tutti i regimi pensionistici. Accanto a questi strumenti, i Paesi sono incoraggiati a creare pension dashboards nazionali per monitorare adeguatezza e sostenibilità dell’intero sistema. Viene inoltre promosso l’auto-enrolment nei fondi integrativi, con facoltà di recesso, modello che in altri Paesi ha già dimostrato di aumentare significativamente la partecipazione.

Sul fronte normativo, l’aggiornamento della direttiva IORP II mira a rendere più efficiente la gestione delle pensioni occupazionali, riducendo costi e rigidità operative e consentendo una maggiore diversificazione degli investimenti, incluse le partecipazioni azionarie, per migliorare i rendimenti di lungo periodo. Parallelamente, la revisione del PEPP punta a semplificare un prodotto finora poco diffuso, introducendo un basic PEPP accessibile senza consulenza e versioni personalizzate per bisogni più complessi, anche in contesti lavorativi.

Infine, la Commissione chiarisce l’applicazione del prudent person principle, spesso interpretato in modo restrittivo, per favorire un approccio più aperto agli investimenti in equity e sostenere così sia i rendimenti sia la crescita economica europea. Le proposte passano ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio.

 

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