Anno: XXVI - Numero 192    
Martedì 7 Ottobre 2025 ore 13:30
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Hamas e Israele si scambiano le liste dei prigionieri

Una fonte egiziana: "Prima fase dell'accordo raggiunto entro venerdì"; intanto proseguono gli attacchi su Gaza e le violenze in Cisgiordania da parte delle forze israeliane.

Hamas e Israele si scambiano le liste dei prigionieri

“Siamo molto vicini a raggiungere un accordo che porterà pace in Medio Oriente”, sono le ultime parole del presidente degli Stati uniti Donald Trump, rilasciate in un incontro con i cronisti alla Casa Bianca, che danno il polso dell’ottimismo del Tycoon sui negoziati in corso in Egitto sul destino di Gaza e, nelle sue intenzioni, non solo. Trump inoltre, rispondendo ai cronisti, promette che gli Stati uniti offriranno garanzie di sicurezza perché siano rispettati i termini del piano su cui si sta discutendo ora a Sharm el-Sheikh, a due anni dall’inizio della guerra.

La delegazione americana, rappresentata dall’inviato speciale Steve Witkoff e dal genero-consigliere di Trump, Jared Kushner, è arrivata in queste ore in Egitto per partecipare, insieme ai rappresentanti dei Paesi Arabi partner, ai colloqui indiretti tra Israele e Hamas, volti a raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza, riportano media egiziani e americani.

“Oggi sono state scambiate le liste dei prigionieri (israeliani e palestinesi), il rilascio da entrambe le parti sarà secondo i criteri e i numeri concordati e, grazie agli sforzi dei mediatori, prevale uno spirito di ottimismo”: è il commento di Hamas, riportato dall’emittente emiratina “Sky news Arabia”. Mentre Al Jazeer attribuisce le dichiarazioni a Taher al-Nunu, membro della delegazione di Hamas a Sharm el-Sheikh.

“I mediatori stanno compiendo grandi sforzi per rimuovere qualsiasi ostacolo all’attuazione del cessate il fuoco e tra tutti prevale uno spirito di ottimismo- prosegue la comunicazione del gruppo islamista- La delegazione del movimento ha dimostrato la positività e la responsabilità necessarie per raggiungere i progressi richiesti e portare a termine l’accordo”. Infine, Hamas spiega che al momento “i negoziati si sono concentrati sui meccanismi per attuare la fine della guerra, il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza e uno scambio di prigionieri”, ha poi specificato il gruppo islamista.

“La prima fase dell’accordo basato sul piano del Presidente statunitense Donald Trump per Gaza potrebbe essere finalizzata entro venerdì prossimo”, a dirlo una “fonte egiziana ben informata” al quotidiano Al-Sharq Al-Awsat. La fonte ha poi aggiunto che i tempi potrebbero essere quelli di venerdì “a patto che permanga l’atmosfera positiva che caratterizza attualmente i negoziati in corso a Sharm el-Sheikh”. E ha anche avvertito che “eventuali ostacoli potrebbero prolungare i negoziati di alcuni giorni”. Ha poi confermato che l’agenda è stata concordata riguardo allo scambio di prigionieri e ostaggi: ancora si sta invece discutendo “alla revisione delle mappe per il ritiro delle forze israeliane da Gaza City, Khan Yunis e Deir al-Balah, con l’intenzione di estenderlo ad altre aree”, ha aggiunto.

In definitiva, secondo la fonte, è probabile che un “accordo preliminare venga annunciato giovedì o venerdì prossimi da Trump, ma in caso di ostacoli, la decisione potrebbe slittare al massimo a domenica”. A non semplificare le cose è il non stop delle operazioni militari israeliane: “Hamas sta discutendo le necessità logistiche per adempiere alla consegna degli ostaggi, come la rimozione dei blocchi, il ritiro delle forze e la cessazione dei sorvoli, oltre alla possibilità di ottenere prigionieri da altre fazioni”, ha chiarito la fonte. Diversi i tempi attesi per sciogliere i nodi più complessi: “Le fasi successive dell’accordo, relative a questioni più complesse come le armi di Hamas- ha puntualizzato- richiederanno ulteriori sforzi e pressioni da parte degli Stati Uniti per raggiungere compromessi o soluzioni intermedie”.

Fadwa Barghouti, moglie del politico palestinese Marwan Barghouti, in carcere da oltre 23 anni in Israele, ha lasciato Ramallah ieri sera ed è arrivata al Cairo. A riferirlo è una fonte palestinese a Ynet, sito di informazioni israeliano. L’arrivo in Egitto della donna viene visto alla luce degli accordi discussi al tavolo del negoziato per lo scambio dei prigionieri-ostaggi.

“Mentre la guerra di Israele contro Gaza continua e i colloqui per il cessate il fuoco in Egitto entrano nel terzo giorno, le forze israeliane prendono di mira anche i palestinesi nella Cisgiordania occupata”: a riferirlo l’emittente Al Jazeera che cita a sua volta l’agenzia palestinese Wafa news agency, secondo le cui notizie nelle ultime 24 ore le forze israeliane: hanno arrestato quattro persone nella città di Hizma, a nord-est di Gerusalemme, dopo aver fatto irruzione e perquisito la loro abitazione; hanno arrestato un diciannovenne nel villaggio di at-Tahta, a ovest di Ramallah, all’alba; hanno aggredito, trattenuto e interrogato decine di palestinesi dopo un’irruzione nel campo profughi di Arroub, nel governatorato di Hebron; hanno arrestato un ex prigioniero nella città di Beit Fajjar, a sud di Betlemme; e hanno arrestato due fratelli nella città di Tulkarem. E ancora: centinaia di coloni, sotto la protezione delle forze israeliane, hanno anche preso d’assalto il complesso della moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme Est occupata. Infine: le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto la città di Gerico e chiuso gli ingressi al campo di Aqabat Jaber, aprendo la strada ai coloni per

Infine Al Jazeera riporta le nuove “preoccupanti” statistiche diffuse dall’ufficio stampa del governo di Gaza, su quello che viene definito “il costo civile della rinnovata offensiva militare israeliana nell’enclave”: “L’esercito israeliano uccide due membri del personale medico e un giornalista ogni tre giorni”, è il primo dato diffuso dal proprio canale Telegram. “Oltre 200 palestinesi vengono feriti ogni giorno e, in media, 13 palestinesi subiscono l’amputazione degli arti a causa di ferite riportate direttamente o indirettamente nei combattimenti”, prosegue l’amministrazione palestinese di Gaza. “L’esercito israeliano attacca inoltre, in media, una struttura sanitaria al giorno”, si legge infine nella nota.

Agenzia giornalistica Dire

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