Il “campo largo” si restringe: anche De Luca straccia la favola unitaria di Schlein
Altro che miracolo. La segretaria dem predica “testardamente unitari”, ma in Campania il sogno evapora prima ancora di nascere.
Fico, candidato di bandiera, diventa un bersaglio ambulante: Calenda lo liquida da Cernobbio, De Luca lo massacra in diretta tv. Il Pd che parla di fratellanza, ma non invita il suo governatore neppure alla Festa dell’Unità.
Il “campo largo” di Elly Schlein si rivela nei fatti una coperta corta, che più la tiri e più si strappa. A Napoli, il simbolo della nuova alleanza con i Cinque Stelle — Roberto Fico — non è ancora entrato in campagna elettorale che già rischia la disfatta. Il primo colpo l’ha inferto Carlo Calenda, con la consueta dose di sarcasmo da salotto buono. Ma il colpo di grazia è arrivato dal “ras” di Palazzo Santa Lucia.
Vincenzo De Luca non fa prigionieri: “ragazzino”, “maleducato e banale”, e soprattutto inadatto. Tradotto: con lui nessun compromesso, avanti col termovalorizzatore di Acerra e stop a qualsiasi forma di Reddito di Cittadinanza. Non è un dettaglio: è la linea politica che smonta dalle fondamenta la retorica dell’unità progressista.
Così, mentre la Schlein ripete lo slogan dell’unità come un mantra, in Campania rimane solo il rumore degli stracci che volano. Il Pd non ha invitato De Luca nemmeno alla Festa dell’Unità: cafoni, li ha definiti. Lui ricambia la cortesia aprendo il fuoco sul candidato “unitario”. E intanto Fico, simbolo del nuovo corso, si ritrova già in macerie.
Conclusione: più che “campo largo”, sembra il gioco delle sedie vuote.
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