Tetto sei mensilità.
La continua destrutturazione della legge scritta da parte della giurisprudenza genera incertezza e ostacola gli investimenti in Italia
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Il tetto delle sei mensilità – previsto dal Jobs act in caso di licenziamento illegittimo intimato dalle piccole imprese – è incostituzionale. Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza n. 118 dello scorso 21 luglio. La disposizione, applicabile solo ai lavoratori assunti a tempo indeterminato con il contratto a tutele crescenti, aveva previsto che, nel caso dei datori di lavoro “sotto-soglia” (e cioè con non più di 15 dipendenti a livello locale e di 60 in tutta l’azienda), l’ammontare dell’indennità risarcitoria per licenziamento illegittimo non potesse in ogni caso superare il limite di sei mensilità.
«Quel che stona nella sentenza della Consulta non è tanto la decisione di merito – commenta il giuslavorista Giovanni Costantino – quanto l’impatto sulla certezza del diritto di questa continua destrutturazione della legge scritta. Nel merito, infatti, le sei mensilità forse erano un limite troppo esiguo e poco dissuasivo, pur non essendo applicabile ai casi più gravi come i licenziamenti discriminatori o nulli? Ma è possibile che una simile valutazione sia svolta da un Organo giurisdizionale? In cosa consiste la discrezionalità del Legislatore e quale affidamento possono fare gli imprenditori sulle decisioni del Parlamento».
«Credo che il nostro Ordinamento – prosegue l’avvocato – corra il rischio di abbandonare un sistema di “leggi scritte”, aderendo di fatto a un modello simile a quello di common law dei Paesi anglosassoni, basato principalmente sulla giurisprudenza. Se questa però è la strada, occorrerebbe introdurre i contrappesi previsti in quegli Stati per evitare che una eccessiva incertezza possa disincentivare gli investimenti in Italia».
«Deve auspicarsi – conclude Costantino – che il Legislatore riprenda possesso della propria funzione e, coerentemente con l’invito della Consulta, introduca una nuova disciplina del licenziamento nelle imprese di piccole dimensioni, riducendo il limite di 18 mesi risultante dalla sentenza, eccessivo per le esigenze delle PMI italiane. Inoltre, si dovrà emanare una regolamentazione uniforme anche per i lavoratori assunti prima del Jobs act, per i quali, seppur con qualche eccezione legata all’anzianità di servizio, il tetto delle sei mensilità introdotto nel 1966 è ancora valido».
Di Giovanni Costantino (Giuslavorista)
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