Si al confronto costruttivo, no a letture distorte e fuorvianti
Il Cni interviene sulla riforma degli ordinamenti professionali.
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Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ritiene opportuno intervenire in relazione al modo in cui risulta rappresentato dalla stampa il confronto in atto tra il Governo e gli Ordini professionali sul tema dell’evoluzione normativa degli ordinamenti. In particolare, pur riportando correttamente legittime posizioni di alcune rappresentanze ordinistiche, i resoconti giornalistici rischiano di restituire un’immagine parziale e sbilanciata, lasciando intendere che qualunque progetto riformatore – in particolare un’eventuale revisione del D.P.R. 137/2012 – sia da considerarsi a priori penalizzante o inaccettabile. Una visione, questa, che il CNI respinge con determinazione.
“Il Consiglio Nazionale – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -, già intervenuto sul tema in occasione dell’incontro tra Governo e Ordini professionali tenutosi il 31 luglio dello scorso anno a Palazzo Chigi, ribadisce che ogni iniziativa di aggiornamento e razionalizzazione dell’impianto normativo delle professioni regolamentate debba essere letta come un’opportunità per rafforzare la qualità, la responsabilità e la rilevanza sociale delle professioni intellettuali nel nostro Paese. Al tempo stesso, desideriamo sottolineare, ancora una volta, la necessità della nostra categoria di preservare il sistema ordinistico nei termini in cui oggi è organizzato e regolamentato sotto la vigilanza del ministero della giustizia”.
“La riforma del D.P.R. 137/2012, a oltre dieci anni dalla sua entrata in vigore – prosegue Perrini – rappresenta una necessità per tenere il passo con i profondi cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro, nella formazione, nell’accesso alle professioni, nel quadro tecnologico e normativo. L’obiettivo deve essere quello di garantire un sistema ordinistico più moderno, inclusivo, trasparente, in grado di tutelare i cittadini, valorizzare i giovani professionisti e dare pieno riconoscimento al ruolo pubblico delle professioni. Gli ingegneri, da sempre interpreti del cambiamento, non temono la riforma: la sollecitano e la accompagnano con spirito propositivo, come dimostrato dalle istanze da noi presentate nel corso degli incontri istituzionali con i Ministri competenti. Tra queste, l’obbligatorietà dell’iscrizione all’Albo per chi esercita la professione, la piena attuazione della laurea abilitante ai sensi della legge 163/2021, e la riforma del D.P.R. 169/2005 per assicurare maggiore rappresentanza e regole eque nei procedimenti elettorali ordinistici”.
“Pertanto – conclude Perrini – risulta fuorviante alimentare un clima di diffidenza o chiusura pregiudiziale rispetto a un processo riformatore ancora in fase di impostazione. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri auspica che i mezzi di informazione garantiscano un adeguato bilanciamento delle posizioni espresse nel dibattito pubblico, offrendo spazio anche a chi – come il CNI – sostiene la necessità di un confronto trasparente, plurale e orientato alla modernizzazione dell’architettura ordinistica”.
Con l’occasione, Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri conferma la piena disponibilità a collaborare con le Istituzioni e con gli altri Ordini professionali per costruire un impianto normativo all’altezza delle sfide future, salvaguardando il valore della competenza tecnica, della deontologia e del servizio al Paese.
Cni
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