Il pluralismo giuridico e sociale e i valori non negoziabili
Al di là di ogni possibile speculazione filosofica il tema della giustizia è senza dubbio uno dei più complessi e dibattuti dell'intera letteratura giuridica
Su di esso si sono confrontati eminenti giuristi e tutti hanno saputo esprimere delle concezioni rispettose e tendenti a dar valore agli effetti che tale nozione implica anche giuridicamente. Ciò che è giusto sembra trarre origine da un concetto di sacralità ma è innegabile che ciò che è giusto deve tradursi e coniugarsi nella concretezza di una realtà ulteriore, dettata dalla tutela che all’uomo esso deve tendere …….e garantire. “Ciò che è giusto ” è un argomento che tocca necessariamente l’uomo nella completezza del suo divenire. Vivere l’avvocatura , l’avvocatura stessa è lo strumento per ricondurre l’uomo verso scelte responsabili orientate ad un progetto etico che si snoda verso più fronti sia morali sia giuridici. Lo scopo è unicamente ricondurre alla concretezza ed alla utilità la cosiddetta giustizia fredda e puntuale. Il vero giurista è colui che comprende che nella propria esperienza, esiste qualcosa che va al di là di ogni umana comprensione. L’uomo lasciato in balia della propria ignoranza e nella più assoluta assenza di principi morali non è in grado di poter progredire in alcuna direzione, trovandosi in una strada che lo porta verso il nulla. Il concetto di responsabilità giuridica , da astratto quale sembrerebbe , tende alla concretizzazione del vero , come giusto ma solo in relazione al bene comune. Alla base di ogni atto responsabile vi è una volontà ed una coscienza liberamente formata …..ed il tutto porta alla cosiddetta “scelta consapevole”. Il nesso teleologico tra norma ed essere umano si traduce nella concreta fusione della morale con l’esperienza giuridica. Doverosa premessa per citare il meraviglioso assunto del penalista Moro secondo il quale “la norma è una energia ideale realizzatrice, presidio del valore dell’umanità”. Unico fine dell’apparato giuridico è proprio quello di saper infondere “i valori non negoziabili dell’uomo” in regole ed assunti metagiuridici. Si opera nel bene , se una coscienza matura è in grado di orientarsi verso valori assoluti ed imprescindibili che hanno il proprio mezzo nelle norme giuridiche. Se la norma giuridica indica e definisce ciò che è equo , la norma morale indica alla volontà il percorso per tendere ad una ” Giustizia Giusta”. La norma giuridica è sempre intimamente connessa alla morale. In un sistema, come quello attuale, dominato dal pluralismo giuridico e sociale è bene avere come punto di riferimento i valori non negoziabili, affinché il tutto non si traduca in astratte considerazioni di natura scientifica che nulla hanno di giuridico. Il dialogo serio e aperto verso il futuro del nostro divenire passa sempre attraverso “la sintesi delle coscienze”.
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