Anno: XXVI - Numero 102    
Venerdì 23 Maggio 2025 ore 14:00
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ERA GIÀ TUTTO PREVISTO …

Una assemblea non trasmessa in streaming, come accade oramai da lungo tempo, malgrado le richieste avanzate anche questa volta da alcuni.

ERA GIÀ TUTTO PREVISTO …

Dopo le tante polemiche che hanno seguito il varo, contrastato, del progetto di legge professionale forense elaborato dal c. d. tavolo dell’avvocatura, e che hanno accompagnato le dichiarazioni del ministro Nordio a Siracusa, ed ancor più quelle ben diverse rese in parlamento qualche giorno dopo, rispondendo ad un’interrogazione e confermando l’ipotesi di presentazione di un disegno di legge delega per procedere a tale riforma, si è svolta finalmente nello scorso fine settimana l’assemblea di Ocf. Una assemblea non trasmessa in streaming, come accade oramai da lungo tempo, malgrado le richieste avanzate anche questa volta da alcuni.

Tale assemblea, convocata in Sicilia, da un po’ di tempo vero centro del piccolo universo dell’avvocatura, a Catania, così da essere certi di una partecipazione ridotta, ha in effetti visto la presenza si è no di una trentina di componenti, appena appena sufficienti per potersi avere il numero legale. Tutti coloro che hanno chiesto l’approvazione di un documento critico, che chiedesse a gran voce che il tema della riforma dell’ordinamento venisse opportunamente inserito all’ordine del giorno del prossimo congresso di Torino, sono stati purtroppo delusi nelle loro aspettative perché ha prevalso come sempre il “cerchiobottismo” (5 voti favorevoli a questa delibera e 6 astenuti).

Infatti si narra che sia stato poi approvato, con un numero di voti che rappresenta una esigua minoranza del totale componenti assemblea, dopo breve discussione un documento sostanzialmente attendista, quanto del tutto inutile, con il quale l’assemblea OCF evita di prendere posizione e attende semplicemente di vedere che cosa succede. E ciò malgrado alcuni, nelle loro sedi, avessero fatto fuoco e fiamme…. da veri paladini del dissenso….Ma tant’è! Per essere un organismo politico, non c’è che dire.

D’altra parte, per vero, non c’era da aspettarsi molto di diverso, posto che tanti sono gli intrecci che variamente legano i vertici di OCF e di CNF, per cui è ben difficile che i primi possano azzardarsi a scontentare, o anche soltanto a turbare i sonni pacifici dei secondi. Pare che anche il coordinatore, romano, e quindi del Lazio, non abbia affatto sostenuto le ragioni dei documenti recenti della sua regione e del suo ordine, né’ la posizione di ANF di cui è stato anche consigliere nazionale, ma avrà di certo avuto i suoi buoni motivi.

La virata del ministro Nordio, che avevamo preannunciato neppure ventiquattr’ore prima, testimonia con palmare evidenza gli agganci non modesti tra il vertice del CNF e la politica, ed in particolare Forza Italia, di cui è esponente di spicco il capo di gabinetto del ministero. Infatti, è soltanto in presenza di rapporti molto vicini che può realizzarsi in poche ore questo cambio di posizione al ministero, tra una proposta di riforma che sin qui nessuno ha sposato e che è stata pubblicamente posticipata alla riforma costituzionale e una proposta di legge delega, mai prima d’ora avanzata, ma funzionale ad evitare che si parli di un percorso fallito in partenza, che non darebbe la ambita gloria al principe, checche’ ne dicano i soliti compiacenti corifei.

Voci insistenti, del resto, a conferma di tali legami affermano che il principe non sarebbe personalmente interessato alla modifica della norma sulla durata dei mandati, avendo in animo una candidatura, proprio come esponente di Forza Italia, a sindaco di Palermo, la sua città. Ma di certo si tratta di malelingue che lui potrà smentire agevolmente.

Detto questo, prendiamo atto che si è scatenata già da giorni la bagarre per l’elezione dei delegati al prossimo congresso forense di Torino. L’elezione dei delegati è importante se si vuole tentare di modificare l’ordine del giorno dei lavori e ricondurre al vaglio della massima assise dell’avvocatura italiana un tema così importante come quello ordinamentale.

Mentre in altre sedi fortunatamente si scontrano in modo anche piuttosto vivace, diverse correnti di pensiero, diverse squadre di candidati delegati facenti capo a diverse cordate, mi domandavo con curiosità quando nel mio foro si sarebbe avuta notizia della elezione dei delegati.

Il tutto naturalmente nella completa assenza di qualsiasi informazione diffusa a mezzo mail capillarmente agli iscritti, e non gia’ rappresentata al solito pubblico di qualche ben organizzato convegno con relatori “amici”, tale da consentire a ciascuno di sapere correttamente e dettagliatamente qual è lo stato dell’arte, diffondere il testo della proposta di riforma che il CNF ha presentato e conoscere qual è stata la posizione del foro di Bologna e più in generale dei fori dell’Emilia-Romagna su tale proposta, nel merito della stessa, ma anche con riguardo al metodo con il quale si è pervenuti al risultato finale. Magari prendendosi la briga di comunicare anche chi, personalmente, abbia partecipato ai tavoli, quando e a quali. Così si potrebbero attribuire responsabilità, o meriti (sic!).

Ebbene, abbiamo ricevuto oggi una PEC con la quale si comunicano le date per l’assemblea straordinaria degli iscritti per procedersi alla elezione dei delegati, dopo una presentazione dell’ordine del giorno del congresso, al quale il tema della riforma ordinamentale è al momento estraneo, e pressoché in contemporanea sono stati diffusi sui social post trionfalistici, nei quali viene presentata una squadra di 10 candidati delegati composta da soggetti espressi da una miriade di associazioni, invitando i colleghi a votare in blocco per costoro. Un gruppo del tutto eterogeneo, ma compiaciuto e ben sorridente nella foto che lo ritrae.

Inutile dire che i delegati da eleggere sono per l’appunto 10 .

Quello che vogliamo però sottolineare non è tanto il numero dei candidati che ovviamente copre esattamente il numero dei delegati da eleggere, ma il fatto che tale lista è espressione del solito consociativismo che da tempo ha purtroppo caratterizzato le elezioni nel nostro foro, mascherato da capacità e volontà di procedere “uniti“. In realtà, a parere di chi scrive, è soltanto un mortificante appiattimento, che di nuovo si ripete.

Unica eccezione è stata l’elezione più recente per i componenti del consiglio dell’ordine, ove si era riscontrata, almeno all’apparenza, una “lotta“ tra due diversi schieramenti che propugnavano diversi programmi e si proclamavano assai incompatibili tra loro. Il tutto, salvo pervenire ad un pressoché immediato accordo, con spartizione di cariche varie, immediatamente dopo la kermesse elettorale.

Ma c’è di più, perché questo reiterato “volemose bene“ appare in contrasto con posizioni assai diverse che sono state espresse, quantomeno a livello nazionale, dalle associazioni che in questa lista “governativa“ si sono sorprendentemente scoperte concordi e unite. A solo titolo di esempio cito la posizione del tutto contrapposta di ANF, che contesta fermamente la bozza di riforma, tanto da aver approntato un proprio diverso testo, e quella di Aiga, che invece appoggia senza mezzi termini la bozza di riforma varata dal principe, che non a caso è stato in passato presidente nazionale proprio di questa associazione.

In altre epoche felici, quando ancora il padel era uno sport sconosciuto, ci sarebbero stati – e ci sono stati – vivaci confronti e contrasti per vedere affermata una o l’altra lista, proprio perché ciascuno avrebbe tentato il possibile per portare a Torino il maggior numero di propri delegati, e poter così cercare di incidere sulle votazioni . Ma in tal modo ci si scontra e soprattutto ci si conta… e c’è anche il rischio di rimanere delusi…

Con una lista consociativa, costruita con il manuale Cencelli, tutto questo non è certamente possibile, ma purtroppo alla vivace contrapposizione delle idee si è preferito con tutta evidenza l’avere posti sicuri.

Nel frattempo, chi ormai ha capito che non sarà possibile ottenere in tempi utili la modifica della norma sui mandati, e quindi una ulteriore propria candidatura al consiglio dell’ordine, magari con l’ambizione di divenirne presidente, sta cercando in tutti modi di occupare la scena nel tentativo, neanche troppo nascosto, di farsi eleggere nuovamente componente di OCF, per cercare di diventare presidente almeno in quella sede. Anzi non presidente, ma semplice “coordinatore“.

Ciò garantirebbe comunque una visibilità e frequenti presenze romane, con tutto ciò che ne consegue.

Non siamo così ingenui, e ci rendiamo perfettamente conto che questa lista consociativa e “bloccata“ impedisce di fatto a chiunque sia un libero pensatore di potersi candidare quale delegato congressuale con una minima, minima, chance di successo.

Anche in questo modo si colpisce il dissenso, o comunque il libero pensiero di chi non si allinea e continua a voler pensare con la propria testa e magari non persegue l’obiettivo di alcuna poltrona, ma semplicemente il bene dell’avvocatura italiana.

Non lo affermo in modo interessato, si badi, perché non sarei andata comunque all’assemblea, né avrei partecipato alla votazione. Ho già commesso un errore non piccolo alle ultime elezioni del consiglio dell’ordine, accettando di ritornare a votare, e non intendo commetterne altri, né prestarmi a rappresentazioni meramente formali e mortificanti, che hanno lo scopo unico di avallare decisioni già prese in altre sedi.

Qualcuno dice che a me non va mai bene nulla: se fatti e comportamenti sono questi, ne sono fiera.

Buon divertimento a chi sara’ eletto delegato, buon soggiorno torinese.

Ma l’augurio sincero e convinto che in altri fori, almeno, si possa procedere alle elezioni in modo diverso.

 

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