Balneari. Una squallida storia di una corporazione
Come i contribuenti italiani pagano tanto per far guadagnare tanto una corporazione
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I balneari, che in nome di una finta e illegale italianità continuano ad impedire l’applicazione di una direttiva europea la cui applicazione, pur se procrastinata in continuazione, non potrà alla fine che essere applicata: le coste demaniali non sono proprietà di privati ma devono essere assegnate con bando di gara a cui devono poter partecipare tutti gli aventi diritto della Ue.
Una situazione che vede i balneari pagare affitti ridicoli per le spiagge demaniali e una procedura d’infrazione dell’Ue contro l’Italia per non aver applicato la direttiva Bolkstein.
Lo Stato italiano quindi incassa affitti ridicoli dai balneari che vendono i loro servizi a prezzi stratosferici ed è in arrivo un multone Ue. Lo Stato italiano significa contribuenti/consumatori.
Una lettera di indirizzo per informare le amministrazioni della possibilità di disporre l’estensione della validità delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2024, con possibile proroga al 31/12/2025. Questa la decisione di ieri del governo per non ottemperare alla decisione del Consiglio di Stato che aveva stabilito, dopo varie peripezie giudiziarie, al 31 dicembre 2023 la fine dei privilegi delle aziende balneari.
La vicenda è il classico squallore del corporativismo italiano (1) che si è ingraziato nel tempo tutti i partiti che, via via di fronte all’evidenza normativa, si sono sempre di più assottigliati, essendo ora solo una componente del governo (Lega) che spera così di far fronte alle prossime scadenze elettorali (amministrative ed europee) con la coccarda di aver difeso la proprietà italiana delle coste.
1 – qui la vicenda, ben documentata, raccontata dal punto di vista dei balneari: https://www.mondobalneare.com/balneari-governo-approva-lettera-dindirizzo-su-proroga-concessioni-al-2024/#:~:text=Le%20concessioni%20balneari%20sono%20in,per%20adeguarsi%20al%20diritto%20europeo .
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
Comunicato stampa dell’Aduc
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