Taxi in sciopero. La sola risposta è il mercato libero .
Sciopero dei taxisti contro la possibilità che i Comuni incrementino fino al 20% il numero delle licenze
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Buona fortuna, taxisti. Oggi creeranno un po’ più di problemi di quanto già non ne creano tutti i giorni. Domani nessuno se ne ricorderà e torneremo tutti nel continuo caos a cui ci hanno abituati, i taxisti, gli amministratori e il governo che, da anni si trascinano questo problema senza mettere un punto fermo. Ed è quello che vogliono i taxisti: non cambiare una virgola allo stato attuale. Il trasporto locale è “cosa loro” e nessuno glielo deve toccare. Niente di nuovo per la politica, solo che in genere la “cosa loro” è legata a qualche fazione politica e in questo caso è una corporazione, trasversale, di destra, di sinistra e di centro. Con alcune voci isolate di politici che si fanno sentire quando qualcuno in prima persona ne è vittima, ma che poi, tra riformicchie e immobilismo, fanno solo i propri interessi, cioè mantenersi il favore di una categoria
che muove un certo consenso elettorale… non tanto numerico (quanti saranno i taxisti e i loro sodali economici…) ma come metodo: difendere le rendite di posizione…. l’esempio più eclatante in merito, anche se ora se ne parla meno perché l’estate è finita, sono i balneari che occupano illegalmente le spiagge… poi ci sono i commercianti specialmente dei centri storici, etc. corporazioni a go-go.
Noi crediamo che siano terminati i margini di discussioni, visto che una delle parti, i taxisti, barano: qualunque proposta non va bene, il problema per loro non esiste visto che parametrano la quantità del loro servizio solo ai periodi di cosiddetta bassa stagione. Non c’è da valorizzare o difendere più nessun posto di lavoro, ma solo da garantire il servizio pubblico: occorre un colpo di spugna e, come noi utenti siamo lasciati senza il servizio da un minuto all’altro e ci dobbiamo arrangiare mettendoci ore per raggiungere una destinazione che altrimenti sarebbe a portata di poche decine di minuti pur spendendo cifre esose, che i taxisti prendano atto: di loro c’è bisogno solo come numero. Roma, per esempio, ha bisogno di più mezzi? Basta coi calcoli e gli incontri inutili con le corporazioni: per fare il taxista è sufficiente avere certe caratteristiche commerciali, tecniche e giuridiche e ognuno proceda e offra, sarà il mercato a stabilire chi va avanti o meno.
L’alternativa è continuare come oggi.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
Comunicato Stampa dell’Aduc
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