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Ciò che un ente di previdenza obbligatoria non dovrebbe mai fare

Sul sito dell’Enpam, l’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, è stato pubblicato il post che qui trascrivo: «Successo per l’investimento in Banca Mps

Ciò che un ente di previdenza obbligatoria non dovrebbe mai fare

L’investimento dei medici e degli odontoiatri in Mps ha fruttato il 20 per cento, in tre mesi. Il Portafoglio strategico Italia, di proprietà dell’Enpam, ha raggiunto l’obiettivo prefissato e ha venduto le azioni della banca senese acquistate a fine ottobre per 15 milioni di euro, incassando 18 milioni.

“Siamo felici di aver sostenuto l’aumento di capitale di Monte dei Paschi contribuendo al rilancio dell’istituto – commenta il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti ¬–, a riprova che l’investimento era fondato dal punto di vista finanziario”.

“I primi a beneficiare di quest’operazione saranno i figli neonati dei medici e dei dentisti, visto che gli aiuti che l’Ente eroga per la genitorialità sono finanziati proprio con i proventi degli investimenti patrimoniali”, aggiunge Oliveti».

Nello schema di decreto per gli investimenti che aspettiamo da 12 anni ma che non vedrà mai la luce, stava scritto, tra il resto:

«Gli Enti operano secondo il principio della sana e prudente gestione e perseguono l’interesse collettivo degli iscritti e dei beneficiari della prestazione pensionistica. Nella gestione delle loro disponibilità complessive gli Enti osservano i seguenti criteri generali:

  1. a) fermo restando quanto previsto dall’articolo 2, comma 2 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, coerenza con il profilo di rischio e con la struttura temporale delle passività detenute, in modo tale da assicurare la continua disponibilità di attività idonee e sufficienti a coprire le passività, avendo come obiettivo l’equilibrio finanziario nonché la sicurezza, la redditività e la liquidabilità degli investimenti. In tale ambito, privilegiano gli strumenti finanziari con basso grado di rischio, anche facendo ricorso a titoli di debito emessi o garantiti da un Paese membro dell’Unione Europea, da un Paese aderente all’OCSE o da organismi internazionali di carattere pubblico di cui fanno parte uno o più Paesi membri dell’Unione Europea;
  2. b) ottimizzazione della combinazione redditività-rischio del portafoglio nel suo complesso, attraverso la scelta degli strumenti migliori per qualità, liquidabilità, rendimento e livello di rischio, in coerenza con la politica di investimento adottata;
  3. c) adeguata diversificazione del portafoglio finalizzata a contenere la concentrazione del rischio e la dipendenza del risultato della gestione da determinati emittenti, gruppi di imprese, settori di attività e aree geografiche;
  4. d) efficiente gestione finalizzata a ottimizzare i risultati contenendo i costi di transazione, gestione e funzionamento in rapporto alla complessità e caratteristiche del portafoglio».

Non credo che l’operazione di trading azionario sopra decantata risponda agli interessi degli iscritti!

Queste operazioni sono molto rischiose, a volte vanno bene ma a volte vanno male, e non si possono effettuare con la provvista previdenziale.

I Ministeri Vigilanti e la Covip dovrebbero intervenire.

Per la verità storica la Covip sottolinea, da tempo, l’opportunità di una revisione del sistema di vigilanza stabilito dal d.lgs. 509/1994. Oggi l’attività dei Ministeri Vigilanti si sostanzia essenzialmente nella repressione delle violazioni di legge che, nei casi più gravi, può sfociare nella nomina di un commissario. Secondo la Covip tale approccio andrebbe mantenuto soltanto per le violazioni di maggiore gravità che necessitano di una forte discontinuità gestionale, mentre, dovrebbe essere completato con l’introduzione di interventi più graduali, che tendano a prevenire le eventuali inefficienze nell’investimento del patrimonio.

A mio giudizio, a prescindere dal risultato che in questo caso è molto positivo, siamo di fronte ad una inefficienza nell’investimento.

Multa paucis!

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