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L’obbligo di video asseverazioni è illegittimo e infondato e lede la dignità dei professionisti

Sulla richiesta di Deloitte dura presa di posizione del Gruppo di lavoro sul monitoraggio del Superbonus, coordinato dalla vicepresidente di Confprofessioni, Claudia Alessandrelli

L’obbligo di video asseverazioni è illegittimo e infondato e lede la dignità dei professionisti

L’obbligo di produrre il video, per “rafforzare” l’asseverazione del tecnico professionista, ad ulteriore comprova dell’esistenza del cantiere e dell’esecuzione effettiva dei lavori che vengono asseverati dal tecnico responsabile, è stato introdotto dalla società Deloitte, società che gestisce e controlla la cessione dei crediti fiscali (Superbonus 110% e altri bonus edilizi) per conto dei principali gruppi bancari del nostro Paese, senza che alcuna norma emanata in Parlamento lo abbia richiesto espressamente e lo abbia disciplinato, dopo le ultime modifiche ed integrazioni normative contenute nel Decreto cosiddetto “Aiuti bis”, che hanno limitato la responsabilità solidale tra cedente e cessionario solo al caso di dolo e colpa grave». Il gruppo di lavoro di Confprofessioni, istituito per seguire e monitorare la normativa del Superbonus 110% e di tutti i bonus edilizi, coordinato dalla vicepresidente di Confprofessioni notaio Claudia Alessandrelli, continua a censurare e stigmatizzare la richiesta avanzata da parte di Deloitte, sia perché totalmente illegittima ed infondata, e sia perché fortemente lesiva della dignità dei professionisti.

«La “tutela erariale e dunque della collettività” tanto sbandierata da Deloitte a giustificazione del filmato, viene attualmente già garantita dall’obbligo di consegna di un’asseverazione che viene rilasciata da un professionista tecnico. Attualmente l’asseverazione costituisce una autocertificazione riconosciuta dalla legge, utilizzata per dichiarare la verità e la genuinità di fatti e dei documenti in essa riportati », sostiene il Gruppo di lavoro di Confprofessioni per il monitoraggio del Superbonus, che «respinge al mittente tale obbligo di prova , frutto di ingerenze indebite, illegittime e arbitrarie, e che vede ancora una volta i tecnici oggetto di un inaccettabile ricatto determinato dallo “stato di necessità” degli operatori del settore e dei committenti e dello strapotere dei soggetti erogatori delle somme».

In chiave propositiva, il Gruppo di lavoro coordinato dalla vicepresidente di Confprofessioni e costituito da Giuseppe Funaro (Ala), Alberto Molinari e Antonello Di Campli Finore (Asso Ingegneri e Architetti), Mauro Iacumin (Inarsind), Amos Giardino (Antec), Ettore Perrotti (Ungdcec), Arianna Perez (Adc) e Domenico Pezzotti (Ancl), condivide quelle che sembrerebbero le intenzioni del prossimo esecutivo indirizzate verso una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, eventualmente accorpando tutti i bonus (attualmente davvero tanti e con normative eterogenee sorte in epoche diverse) sotto un’unica detrazione fiscale, come già ribadito da Confprofessioni al Governo e al Parlamento nel corso delle varie interlocuzioni.

«Perché solo garantendo un orizzonte temporale adeguato e rendendo stabili le misure, si può scongiurare il rischio che i risultati sinora raggiunti siano vanificati e consolidare il percorso di rigenerazione e riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale, sia dal punto strutturale che di efficientamento energetico, e così contribuire al rilancio economico e sociale del Paese, anche sotto forma di impatto occupazionale di nuove assunzioni e di stabilizzazione di lavori precari», conclude la nota.

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