Reddito di cittadinanza, qual è la posizione dei partiti
La misura del reddito di cittadinanza stata introdotta nel gennaio 2019 e costa alle casse dello Stato tra i 7 e gli 8 miliardi all’anno.
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Come ben sappiamo, in questo ultimo periodo il panorama politico italiano ha subito dei mutamenti ed è tutt’ora in fase di assestamento. Per quanto riguarda la questione del reddito di cittadinanza, i politici italiani, divisi in schieramenti, si trovano in disaccordo su alcune questioni.
Secondo il Movimento Cinque Stelle, il reddito di cittadinanza dovrebbe essere rafforzato. Il centrodestra invece sostiene in maniera unanime che debba essere cancellato, o quantomeno ridotto. Dello stesso avviso i componenti del partito di centrosinistra, che hanno espresso la loro volontà di voler modificare la misura.
Si va quindi verso diversi schieramenti. Secondo il Movimento Cinque Stelle il governo non dovrebbe modificare il reddito di cittadinanza, e sostengono la loro posizione in maniera tale da aver scatenato la crisi di governo quando è stata inserita una parziale modifica all’interno del Decreto Aiuti.
La posizione dei pentastellati è chiara: continuano a sostenere che il provvedimento non debba subite alcuna modifica, al contrario vogliono rafforzarlo. Il centrodestra, dal canto suo, vorrebbe abolirlo. Invece il centrosinistra opta per una via di mezzo tra i due estremi: una modifica alla misura per renderla meno gravosa sulle casse dello Stato.
Il governo ha introdotto la misura del reddito di cittadinanza nel gennaio 2019. Nello specifico, costa alle casse dello Stato tra i 7 e gli 8 miliardi all’anno. L’intento del Movimento Cinque Stelle di rafforzare il provvedimento, ha lo scopo di rendere più efficiente il sistema delle politiche attive e il monitoraggio delle misure antifrode. Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, aveva definito la misura come “il metadone di Stato”. Per quanto riguarda Matteo Salvini, leader della Lega, ha proposto di rivedere la misura.
All’interno del suo programma elettorale, il Partito Democratico ha proposto di “ricalibrare il reddito di cittadinanza” al fine di non incorrere nel “l’ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e con figli minori”. Fondamentale ampliare “il sistema con un altro meccanismo: l’integrazione pubblica alla retribuzione in favore dei lavoratori e delle lavoratrici a basso reddito”.
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