L’intervento di apertura di Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro
Al Festival del lavoro al centro innovazione e crescita
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“Il Festival del lavoro è passione, voglia di mettersi in gioco, e realizzare un prodotto che sia adatto alle esigenze del momento. E questa decima edizione racconta bene dove siamo arrivati, è il frutto del lavoro fatto in questi anni. E al centro quest’anno abbiamo messo lavoro, innovazione tecnologica e crescita, il Paese ha bisogno di riflettere su questi temi”. Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha aperto la decima edizione del Festival del lavoro a Milano, organizzata dai consulenti del lavoro. “Noi come professionisti -ha detto Calderone- abbiamo una funzione di accompagnamento e lettura della situazione del momento e anche di critica. E il Festival oggi diventa sempre più internazionale, con delegazioni di diversi paesi che ci accompagnano”. Secondo Calderone, il “lavoro cresce se è un mercato inclusivo e quindi mettendo una platea sempre più ampia di soggetti: vorremmo che non ci fosse differenza tra lavoratore subordinato e lavoro autonomo”. Al centro dell’intervento anche il tema del salario minimo. “Se si vuole davvero fare il salario minimo, allora, a nostro parere, va tagliato il cuneo fiscale e contributivo. Altrimenti, le aziende con questo innalzamento del costo del lavoro abbasseranno il loro fabbisogno di personale”, ha detto Marina Calderone. E la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, dal palco del Mi.Co, ha lanciato un messaggio preciso: “Se si vuole fare il salario minimo per i lavoratori subordinati, allora noi diciamo che ci deve essere anche l’equo compenso per i professionisti. Non mi piacerebbe vedere un mondo del lavoro di serie A e uno di serie B, con il salario minimo per i lavoratori subordinati e nessuna tutela per gli autonomi. Io da tecnico dico che tutto è possibile, basti che si trovino le condizioni che poi rendano le misure applicabili e accettabili”.
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