Anno: XXV - Numero 73    
Lunedì 29 Aprile 2024 ore 13:00
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Test medicina, Governo e Ministero a lavoro per cambio sistema di ingresso.

Le novità interverrebbero dall'anno accademico 2025/26. La prossima selezione sarà ancora affidata a dei test i cui quesiti saranno pescati da una banca dati aperta e pubblica.

Test medicina, Governo e Ministero a lavoro per cambio sistema di ingresso.

Governo e Ministero dell’Università e della Ricerca stanno seriamente valutando l’opportunità di cambiare radicalmente il sistema di ingresso a medicina. Ci sono anche diverse proposte politiche all’esame delle rispettive commissioni alla Camera e al Senato. L’idea prevalente al Mur – contenuta anche nelle proposte parlamentari – è quella di prevedere un periodo filtro che consenta di frequentare corsi caratterizzanti il cui esito stabilirebbe poi l’ingresso o meno a Medicina. I dettagli saranno definiti nei prossimi mesi attraverso gli strumenti legislativi che saranno giudicati più idonei ma è questa l’idea del nuovo accesso a Medicina sulla quale sta lavorando il ministero dell’Università. Occorrerà, ovviamente, stabilire quali e quanti esami da superare e con quali modalità. E decidere se utilizzare anche facoltà diverse rispetto a Medicina, evitandone l’intasamento, per organizzare i corsi caratterizzanti. La novità comunque interverrebbe dall’anno accademico 2025/26. La prossima selezione per l’ingresso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà ancora affidata a dei test i cui quesiti, però, saranno pescati da una banca dati aperta e pubblica, superando così i rilievi del Tar del Lazio che si è pronunciato nei giorni scorsi dopo il ricorso di oltre 3500 aspiranti camici bianchi.

L’ipotesi piace al sindacato Anief. “Un eventuale accesso libero al primo semestre alle Facoltà di Medicina e Chirurgia sarebbe secondo noi opportuno, lo riteniamo un primo passo utile per superare la carenza di personale specializzato nell’ambito sanitario ed in particolare di personale medico”, ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato. In merito poi alle richieste di confronto che in queste settimane sono state avanzate dai vari stakeholder, il ministro dell’Università Anna Maria Bernini – come sempre avvenuto in passato – fa sapere di essere disponibile a dialogare sia con tutte le forze politiche (anche di opposizione) che con gli attori coinvolti; si tratta solo di stabilire la più corretta forma e cornice. Visto che c’è un iter parlamentare in corso, quello delle audizioni sembra il contesto istituzionalmente più opportuno per svolgere questo confronto.

Il problema, però, non si limita solo al test d’accesso alla Facoltà, ma anche al post lauream. Senza un test d’ingresso, la mole di studenti laureati aumenterà ma le borse di specializzazione saranno sempre le stesse. Ecco perché Angelo Testa, presidente nazionale Snami, il Sindacato nazionale autonomo medici italiani, chiede al ministero dell’Università e Ricerca “un tavolo di lavoro per condividere un percorso che faciliti l’ingresso dei medici nel post-lauream, crei condizioni lavorative migliori, diminuisca il numero di borse perse e superi finalmente i divari tra i medici di medicina generale ed i colleghi delle specialità”. Secondo la sigla “il disastro annunciato dell’ultimo concorso per l’accesso a medicina è solo l’ultimo di una serie di errori grossolani in cui si è cacciato il ministero dell’Università e Ricerca”. Su questo fronte “da anni il nostro sindacato – dice Testa – ha espresso tutte le criticità a cui si sarebbe andati incontro negli anni a causa della gobba pensionistica, evidenziando i macroscopici errori di programmazione sia nel pre-lauream, ovvero sul numero di posti per medicina, che nel post-lauream, ovvero sul numero dei posti per le specializzazioni e per il corso in medicina generale. “I risultati sono sotto gli occhi di tutti e paghiamo gli errori di questa non programmazione. Come evidenziato dalla sentenza del Tar n.863 del 17 gennaio 2024 l’istruttoria carente e approssimativa è stata causa di tanti mali, soprattutto per la carenza di personale medico in tutta Italia, che ci costringe a correre a soluzioni emergenziali e raffazzonate anziché dedicare le nostre attenzioni a vere riforme di sistema, risolutive per un sistema sanitario universalistico”.

Doctor 33

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