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Superbonus, Fietta (Fondazione Inarcassa): "Importante ma ci sono difficoltà"

"Con il superbonus al 110% e tutti gli altri bonus edilizi che sono stati messi in campo abbiamo un'opportunità molto importante e una possibilità di lavoro decisamente di alto livello dal punto di vista economico, meno alto dal punto di vista professionale.

Superbonus, Fietta (Fondazione Inarcassa):

Ma comunque ci sarebbe lavoro per tutti. Dico sarebbe perché anche nell’ambito del superbonus ci sono delle difficoltà”. Così Franco Fietta, presidente di Fondazione Inarcassa, che rappresenta ingegneri e architetti.

Per Fietta, sul superbonus, quindi, ci sono “difficoltà legate all’incertezza dei tempi”. “Il campo dell’edilizia ha uno sviluppo temporale abbastanza lungo e quindi è necessario avere certezza sui tempi. Poi, ci sono tutte le incertezze normative che si sono generate e un ulteriore aspetto è quello di riuscire a rapportarci con la pubblica amministrazione con tempi adeguati”, aggiunge ancora il presidente della Fondazione.

Secondo Fietta, con la Pa “ormai i tempi si stanno allungando sempre di più: solo un accesso agli atti per fare una verifica della situazione urbanistica nelle grandi città ma anche nelle altre aree va oltre due-tre mesi anche con estremi di 6 mesi”.

E inoltre, per Fietta, “al problema del superbonus si collega anche la questione dei general contractor: si stanno generando degli effetti perversi sul mercato”. Questo operatore economico – spiega – si presenta dai committenti come i condomini proponendo progetti chiavi in mano, in cui mette dentro anche la quota dei professionisti, la parte consulenziale, che invece dovrebbe avvenire direttamente tra committente e professionista”.

Una situazione distorta per Fietta. “Il professionista -spiega- dovrebbe, invece, fare da tramite e da controllore verso chi esegue i lavori. Una situazione che crea un conflitto d’interesse, con il professionista che viene pagato da chi dovrebbe controllare e si genera una situazione economica in cui chi lo paga vorrebbe prendere la sua parte.

A rischiare di più è il committente che con la promessa di avere il ‘chiavi in mano’ non verifica i rischi che sono presenti in questo rapporto”, conclude Fietta.

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