Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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Ieri la giornata mondiale del Farmacista.

Focus internazionale su evoluzione, nuove mansioni e criticità della professione

Ieri la giornata mondiale del Farmacista.

«Liste d’attesa, accessi impropri ai presidi ospedalieri e ai Pronto Soccorso, antibiotico-resistenza, scarsa adesione agli interventi di prevenzione primaria e secondaria che si traducono in peggiori condizioni di salute per la popolazione e in un aggravio dei costi sanitari: dal farmacista e dalla nuova farmacia» afferma Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani in occasione delle celebrazioni «può giungere un contributo decisivo per risolvere alcune delle questioni più urgenti da affrontare per il SSN. In tutti questi anni, abbiamo fatto moltissimo e possiamo fare ancora di più, valorizzando la nostra presenza all’interno delle équipe multidisciplinari, sul territorio, così come in ospedale». Ma «per realizzare questi obiettivi, è necessario consolidare il modello di assistenza territoriale delineato nel DM 77, che si fonda sulla prossimità, sulle sinergie interprofessionali e sull’applicazione diffusa delle tecnologie digitali. I farmacisti e la rete delle farmacie territoriali sono una risposta concreta all’esigenza di presa in carico, soprattutto per una popolazione che invecchia e che ha bisogno di un monitoraggio continuo delle condizioni di salute e dell’aderenza terapeutica». In aggiunta, «la costante attività di counseling, la possibilità offerta ai cittadini di vaccinarsi sotto casa, così come di accedere con facilità a servizi sanitari – quali screening, analisi di prima istanza, prestazioni di secondo livello, che in alcuni casi, come ECG o holter cardiaco, si rivelano salvavita – sono tutti elementi che contribuiscono a ottimizzare l’assistenza sanitaria e farmaceutica, alleggerendo il peso su altri presidi e professionisti del servizio sanitario».

 Senza contare poi «la forte spinta alla digitalizzazione che arriva dai farmacisti: una realtà che oggi, grazie al lavoro di squadra con i medici di medicina generale, consente ai pazienti cronici di ritirare in farmacia le confezioni di medicinale valide per trenta giorni di terapia, riducendo l’onere degli spostamenti per pazienti e caregiver e gli accessi agli ambulatori medici. Si tratta di un esempio concreto della centralità del nostro ruolo nella rete dell’assistenza territoriale e del valore della collaborazione multiprofessionale che, all’interno di un ecosistema digitale e integrato, può davvero fare la differenza». Tutte queste tematiche, per altro, hanno «trovato riscontro anche nella recente riforma del Corso di Laurea, resasi necessaria per adeguare il nostro patrimonio di competenze al nuovo contesto. Con questa visione, abbiamo tracciato, insieme agli altri professionisti dell’area sanitaria, una rotta comune per realizzare quella sinergia che è la migliore risposta ai bisogni quotidiani delle persone. L’auspicio, in questa Giornata internazionale del Farmacista, è che il processo di trasformazione della sanità italiana e il consolidamento del nostro ruolo sul territorio e in tutti gli altri ambiti in cui siamo presenti possano trovare rapida e concreta attuazione. Le risorse a disposizione richiedono di essere impiegate in modo efficiente e responsabile, nell’interesse degli italiani e delle future generazioni».

In Francia nella Giornata del farmacista sottolineate anche alcune criticità da affrontare

Ma, in questa Giornata, non ci sono solo luci: in occasione delle celebrazioni, in Francia sono state organizzate dall’Ordine dei farmacisti visite, per tutta la settimana, presso le farmacie con il triplice obiettivo di far conoscere i diversi mestieri del farmacista, consolidare la relazione con i cittadini e soprattutto contribuire all’attrattività della professione. Sul tema, all’interno dell’Ordine, è stato istituito un Gruppo di lavoro, che nei giorni scorsi ha nuovamente espresso preoccupazione per i dati riguardanti le iscrizioni alla facoltà di farmacia, che hanno registrato, per il secondo anno consecutivo, posti rimasti vacanti – seppure in misura minore rispetto all’annata precedente. Pur essendo passati dagli oltre 1000 posti vacanti del 2022 ai 471 del 2023, il timore espresso è rivolto principalmente al fabbisogno del territorio che rischia di rimanere insoddisfatto. Questo soprattutto in considerazione del crescente invecchiamento della popolazione e della necessità di aumentare la capillarità del servizio, nonché delle problematiche di carenza di personale che anche in Francia vengono percepite. Da qui l’impegno rinnovato per il prossimo anno di lavorare, anche attraverso il gruppo di lavoro, con l’obiettivo di azzerare i posti vacanti.

Per il nostro Paese resta il tema della crisi professionale e della carenza di personale

In Italia, a preoccupare, come era emerso, è soprattutto la difficoltà che ancora oggi alcune farmacie, specialmente in determinati territori, segnalano nel soddisfare la domanda di personale. Secondo il Rapporto 2023 di Almalaurea – con rilevazioni al 2022 – continua il calo nel numero di laureati in Farmacia e Ctf e al contempo emergono nuove tendenze in relazione agli sbocchi occupazionali. Da parte dei neo laureati si delinea una maggiore propensione rispetto al passato a prendere in considerazione altre strade: crescono per esempio i farmacisti che scelgono un impiego all’interno dell’industria (a un anno dalla laurea è il 22,8%, a tre il 22,2% e a cinque il 25,5% vs rispettivamente il 16,2%, 26,5% e 24,9% della passata rilevazione), in particolare tra i giovani; così come cresce anche l’ambito dell’Istruzione e ricerca: nell’indagine 2023 è scelto dall’11,1% dei laureati a un anno dalla laurea, dal 10,6% a tre e dal 8,5% a cinque, mentre nella scorsa indagine tali valori erano pari rispettivamente a 3,6%, 2,6%, 5,8%; analogo trend per la sanità pubblica dove si passa dai 9,1% a un anno, 7% a tre, 5,9% a cinque del Rapporto 2022 al valore di 9,9%, 9,5%, 8,7% del Rapporto 2023.

  Per molti farmacisti e associazioni di non titolari il cambiamento di ruolo della farmacia e del farmacista durante la pandemia, l’aumento dei servizi alla popolazione hanno fatto crescere la domanda di farmacisti dalle farmacie e, al contempo, hanno accentuato anche quella che è stata definita una “crisi professionale”. “Rileviamo criticità che stanno interessando i farmacisti dipendenti di tutte le generazioni, giovani inclusi” aveva raccontato di recente Angela Noferi, presidente Conasfa. “Il rischio è quello di un abbandono della professione verso altre alternative”. C’è di fondo “un senso di fatica”, l’esigenza di un “maggiore riconoscimento e tutela delle nuove mansioni”, una “retribuzione avvertita come non adeguatamente rispondente” al reale costo della vita e alla professionalità espressa, “l’esigenza di una maggiore conciliazione vita famigliare e lavoro”. Fattori che “sarebbe importante affrontare insieme, tra tutte le componenti della categoria”. 

Farmacista 33

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