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Regole certe per gli investimenti delle Casse

Oliveti (Adepp) concorda con la richiesta della Covip di emanare un regolamento unitario sugli investimenti degli Enti

Regole certe per gli investimenti delle Casse

L’Adepp, Associazione degli Enti previdenziali privati, ha “per prima” interesse ad avere “un quadro normativo chiaro e certo”, e “un così lungo periodo di incertezza e di norme, talvolta contradditorie, non è stato un fatto positivo. Proprio per ovviare alla mancanza di un quadro certo, ci siamo dotati di un codice di autoregolamentazione, che ha già recepito al 90% le indicazioni previste nel regolamento per la previdenza complementare della Covip, previste dal decreto 166 del 2014”. A sostenerlo il presidente Alberto Oliveti, spiegando come, in quello delle Casse pensionistiche dei professionisti, “essendo un codice di autoregolamentazione non sono previste sanzioni, ma non sono i controlli a preoccuparci, piuttosto la loro efficacia, perché quelli ci sono già e tuttavia non hanno prevenuto quei casi per cui è dovuta intervenire la giustizia penale. Casi di cui rispondono i singoli, e che non sono evidentemente prevedibili con una norma in un decreto”, puntualizza. “Alla luce dell’esperienza maturata con il codice di autoregolamentazione – va avanti – l’auspicio è che il regolamento non contenga norme che ci obblighino a soggiacere al codice degli appalti, perché per nostra esperienza questo ingesserebbe eccessivamente il sistema, col rischio di favorire un cartello composto da chi è abituato a muoversi nei meandri delle normative italiane ed escludendoci dalla possibilità di accedere a grandi investitori internazionali che non sono interessate alle pastoie delle normative nazionali. La stessa Covip nella sua ultima relazione al Ministero dell’Economia chiede un regolamento sufficientemente flessibile da consentire ai singoli Enti l’adozione di scelte gestionali autonome e responsabili in ragione delle rispettive specificità”, chiude la guida dell’Adepp. “Nel quadro di una regolamentazione comune in materia di investimenti degli Enti pensionistici dei professionisti – chiosa il presidente di Inarcassa (Cassa previdenziale degli ingegneri e degli architetti) Giuseppe Santoro, – l’autonomia decisionale non può ridursi ad una mera acquisizione di dati sul singolo titolo, o strumento finanziario. L’indipendenza nella valutazione degli investimenti è, e resta, fulcro ineludibile per scegliere le migliori opportunità offerte dai mercati, prevenire i rischi e generare sostenibilità nell’ottica di un ritorno economico a lungo termine. Siamo soggetti privati e la nostra autonomia decisionale è il più importante presidio della bontà delle nostre politiche. Un’autonomia che favorisce la solidità patrimoniale a tutela dei contributi versati e delle pensioni degli associati”, aggiunge, osservando come gli ingegneri e architetti liberi professionisti “non possono non credere nel progetto industriale e nel progetto Italia, le cui regole vanno osservate e che va costruito nel tempo. Purtroppo, il primo rischio degli investimenti nell’economia reale è quello politico. Nonostante ciò, la quota che Inarcassa destina alle attività domestiche supera il 40% dell’intero patrimonio con forme di partecipazione nelle maggiori società italiane quotate nel settore infrastrutturale del Paese. Senza dimenticare l’investimento nel capitale sociale della Banca d’Italia, il continuo apporto al settore immobiliare domestico e ovviamente il finanziamento del debito pubblico. Non solo: quasi il 45% del portafoglio di Inarcassa è Esg, pari a circa 4 miliardi e mezzo di euro”, chiude Santoro. Il presidente della cassa dei Commercialisti, Walter Anedda, aggiunge: “siamo pronti a sederci, cogliendo l’invito del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, al tavolo ministeriale per definire un sistema regolatorio che sia in linea con i tempi, e preservi l’autonomia delle Casse”.  Il  sottosegretario di via Veneto hanno ricordato come manchi un regolamento unitario che disciplini le operazioni finanziarie degli Enti pensionistici dei professionisti. “Non siamo mai stati – incalza – pregiudizialmente contrari ad un sistema regolatorio per gli investimenti delle Casse previdenziali ma, proprio aderendo ai concetti espressi dal presidente della Covip, che ha ricordato la costante evoluzione cui è soggetto il settore, non è pensabile richiamare un provvedimento già anacronistico nei contenuti”, conclude il vertice della Cnpadc.

 

 

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