NO A RIFORME CALATE DALL’ALTO
Mga alza la voce: la legge professionale si discuta al congresso.
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Si alza il tono della protesta all’interno dell’avvocatura. Mga, sindacato nazionale forense, ha espresso in una nota ufficiale la propria ferma contrarietà al metodo con cui è stata predisposta la bozza di riforma della legge professionale forense, denunciando un processo decisionale “opaco e verticistico”, privo di reale confronto e partecipazione.
Secondo il sindacato, le modalità con cui è stato elaborato il testo — senza il coinvolgimento delle associazioni rappresentative e con tavoli separati e privi di comunicazione reciproca — rappresentano una grave violazione dello spirito democratico che dovrebbe caratterizzare ogni intervento sull’ordinamento forense. “È inaccettabile — si legge nel comunicato — che un documento destinato a incidere sulla vita professionale di migliaia di avvocati venga concepito senza condivisione o trasparenza”.
Tra i punti più contestati, anche l’introduzione nella bozza della possibilità di rieleggibilità per tre mandati consecutivi, definita da Mga come “un’iniziativa arbitraria, priva di copertura nella delega congressuale” e in contrasto con le indicazioni emerse nei precedenti Congressi Nazionali Forensi di Lecce e Roma.
Per questo motivo, Mga ha annunciato il proprio sostegno a tutte le delegate e i delegati che si impegneranno pubblicamente a chiedere l’integrazione dell’ordine del giorno del prossimo Congresso Nazionale di Torino, affinché la bozza di riforma venga finalmente discussa in modo aperto e collegiale, restituendo centralità al confronto democratico.
“Le decisioni che riguardano tutta l’avvocatura — conclude la nota firmata dal presidente nazionale Cosimo D. Matteucci — non possono essere prese da pochi nel silenzio di molti. Senza partecipazione non c’è rappresentanza, e senza rappresentanza non può esserci riforma”.
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